Arriva l’influenza australiana, sintomi e durata simili al Covid. Come distinguerli? Quanto dura?
Con l’arrivo della stagione fredda, a Roma e nel resto d’Italia si prepara il consueto picco dell’influenza stagionale. Ma quest’anno, per capire quale virus ci aspetta, bisogna volgere lo sguardo a 16 mila chilometri di distanza, verso l’Australia. L’influenza che ha colpito l’emisfero australe tra aprile e settembre potrebbe infatti prefigurare ciò che ci aspetta nei prossimi mesi, da ottobre fino ad aprile.
Arriva l’influenza australiana, sintomi e durata molto simili al Covid
In Australia, l’influenza è stata caratterizzata da due principali ceppi virali: l’H1N1 e l’H3N2, già presenti anche in Italia. Tuttavia, il ceppo H3N2 è stato predominante e sembra essere il più temibile. Questo virus ha una maggiore capacità di eludere le difese del sistema immunitario, soprattutto nelle persone che non si sono sottoposte alla vaccinazione antinfluenzale o che non hanno sviluppato sufficienti anticorpi nelle stagioni precedenti.
Come distinguere influenza e Covid? Quanto dura?
Uno degli aspetti più preoccupanti di questa influenza australiana è la somiglianza dei suoi sintomi con quelli del Covid-19, rendendo la diagnosi differenziale più complessa. Tra i sintomi principali dell’influenza stagionale ci sono febbre alta e improvvisa (spesso oltre i 38 °C), tosse secca, dolori muscolari intensi (soprattutto alla testa, schiena e gambe), affaticamento e debolezza diffusa. Questi sintomi sono molto simili a quelli causati dal Covid-19, ma con alcune differenze importanti.
Le differenze tra le due malattie
Mentre il Covid-19 è spesso associato alla perdita del gusto e dell’olfatto, difficoltà respiratorie e una maggiore frequenza di complicazioni polmonari, l’influenza australiana tende a manifestarsi principalmente con febbre e dolori muscolari, seguiti da tosse secca e affaticamento persistente. Alcuni sintomi come brividi, dolori agli occhi, perdita di appetito e naso chiuso o che cola sono più rari, ma comunque presenti. È quindi essenziale distinguere tra le due infezioni, soprattutto per evitare sovraccarichi del sistema sanitario e per adottare le giuste misure di isolamento e trattamento.
Le caratteristiche dell’influenza australiana
L’influenza australiana segue uno schema piuttosto definito, secondo le autorità sanitarie che hanno monitorato l’andamento del virus. La malattia si sviluppa in circa otto giorni. Nei primi tre giorni, i sintomi più acuti comprendono l’improvvisa comparsa della febbre, mal di testa, dolori muscolari diffusi e mal di gola, accompagnati talvolta da naso chiuso. Dal quarto giorno, la febbre e i dolori muscolari tendono a diminuire, ma cresce la raucedine e la tosse può diventare più insistente. A questo punto, la stanchezza diventa predominante e può persistere fino all’ottavo giorno, quando i sintomi cominciano gradualmente a scomparire.
Il ruolo della vaccinazione
Prevenire questa influenza è possibile attraverso la vaccinazione stagionale, che rappresenta il modo più efficace per ridurre i rischi di complicazioni, soprattutto nelle categorie più vulnerabili come anziani, bambini e persone con patologie croniche. Inoltre, una recente ricerca internazionale, pubblicata sulla rivista Human Vaccines and Immunotherapeutics, ha mostrato che i vaccini a mRNA, già utilizzati con successo contro il Covid-19, potrebbero avere un ruolo promettente anche nella prevenzione delle influenze stagionali.
Le prospettive future: i vaccini a mRNA
Questo filone di ricerca apre nuovi scenari per il futuro della medicina preventiva. Proprio di recente, il Premio Nobel per la Medicina Drew Weissman, ospite dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha sottolineato come i vaccini a mRNA possano essere adattati non solo per le influenze stagionali, ma anche per trattare altre patologie, comprese malattie autoimmunitarie come l’artrite reumatoide e alcune forme di cancro. Questi vaccini, già utilizzati per combattere il Covid-19, potrebbero in futuro rappresentare una rivoluzione nella lotta contro molte malattie infettive e croniche.
Conclusioni
Con l’influenza australiana alle porte, è fondamentale che la popolazione sia preparata, sia dal punto di vista della prevenzione, grazie alla vaccinazione, sia da quello della gestione dei sintomi, soprattutto per distinguere tra influenza stagionale e Covid-19. Entrambe le malattie, pur condividendo alcuni sintomi, richiedono un approccio diagnostico e terapeutico specifico per evitare complicazioni e ridurre la diffusione del contagio. La sorveglianza sanitaria, l’accesso ai vaccini e l’informazione corretta restano gli strumenti chiave per affrontare con efficacia l’ennesima sfida sanitaria che l’inverno porterà con sé.