Assalto alla Cgil: finisce in carcere anche il figlioccio di Giuliano Castellino
Si sono aperte le porte del carcere per Fabio Corradetti, militante di Forza Nuova, vicino agli ambienti ultras capitolini e figlio della compagna di Giuliano Castellino.
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere per i reati aggravati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, commessi in occasione dei disordini avvenuti al centro di Roma dopo l’assalto alla Cgil il 9 ottobre del 2021.
I giudici della VI Sezione Penale della Suprema Corte hanno, infatti, rigettato il ricorso presentato dai suoi legali contro la sentenza della Corte d’Appello del 17 aprile di un anno fa, rendendola esecutiva. Corradetti è stato arrestato ieri dai poliziotti della Digos e accompagnato nel carcere di Rebibbia. Le indagini, coordinate dalla Procura, avrebbero cristallizzato le responsabilità del 23enne nelle violenze consumate quel pomeriggio, per cui i giudici della Cassazione, rigettando il ricorso presentato dai suoi legali, hanno confermato la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Il 9 ottobre 2021 venne arrestato dal personale della Digos capitolina in via del Corso nei pressi del Palazzo del Parlamento a margine dei violenti scontri che si verificarono quando manifestanti no vax e di altri movimenti, staccandosi dalla sit-in in piazza del Popolo, cercarono di avvicinarsi a Palazzo Chigi.
Per disperderli le forze dell’ordine azionarono gli idranti e lanciarono lacrimogeni. Disordini avvenuti poco dopo l’assalto alla sede della Cgil in Corso d’Italia da parte di manifestanti che si mossero con un corteo spontaneo partito sempre da piazza del Popolo. Per quell’azione il Tribunale di Roma ha condannato lo scorso dicembre, nel processo principale per l’irruzione nella sede del sindacato, sette imputati a più di 8 anni di carcere.
In particolare, sono stati inflitti 8 anni e 7 mesi di carcere a Giuliano Castellino, l’ex leader romano di Forza Nuova e un mese in meno (8 anni e 6 mesi) al fondatore di FN, Roberto Fiore, così come per il militante Luigi Aronica. Otto anni e due mesi, invece, per gli altri imputati Luca Castellini, Lorenzo Franceschi, Pamela Testa e Salvatore Lubrano, denunciato ieri dalla Digos assieme ad altri 11 militanti di estrema destra per i saluti romani alla commemorazione per i fratelli Mattei morti nel rogo di Primavalle il 16 aprile 1973.