Atac cerca un temporary manager. Nessuno vuole fare il capo del personale

Atac non riesce a trovare il capo del personale. Una casella dirigenziale che è ancora scoperta, e della quale l’azienda del trasporto pubblico del Campidoglio ha urgente bisogno. Considerando l’organico di oltre 11 mila dipendenti, che non può essere gestito alla lunga attraverso attribuzioni ‘ad interim’ ad altri soggetti. Così a via Prenestina hanno pubblicato un bando, lo scorso autunno. In seguito al quale sono stati individuati tre manager, dei quali due provenienti dal settore aereo. Ma tutti hanno rifiutato l’incarico, nonostante la stessa Atac avesse deciso di aumentarne il compenso. Passando da 110 a 140 mila euro l’anno. Non male di questi tempi, quando per 1000 euro al mese la maggior parte dei cittadini italiani fanno salti mortali.

Ma evidentemente, per i prescelti il rischio è sembrato troppo alto. Forse per la situazione finanziaria dell’azienda, che ha un concordato fallimentare da onorare. E che ha visto, causa covid, una consistente contrazione dei ricavi. Un futuro incerto e non abbastanza solido evidentemente, almeno per chi avrebbe dovuto firmare il contratto. Così la casella di capo del personale è rimasta vacante fino ad oggi. Da qui la scelta, di puntare su un temporary manager. Un esterno, con incarico a tempo scaduto il quale il dirigente si possa agevolmente ‘sganciare’. E questa volta i soldi messi in conto sono anche di più. Ben 180 mila euro, compreso il compenso per la società di selezione. Che dovrà individuare il prescelto.

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Il sindacato sul piede di guerra. E per il temporary manager di Atac spunta il capo staff dell’assessore

Il sindacato è sul piede di guerra. Per la prossima nomina da parte di Atac di un temporary manager. Incaricato della funzione di capo del personale. La procedura ha fatto drizzare le antenne ai sindacati, dai quali vengono avanzati alcune preoccupazioni. In primis quella che un capo del personale esterno, non organico all’azienda, rischi di non avere la necessaria autorevolezza per gestire una materia così complessa come l’organizzazione del lavoro di circa 11mila persone. Quanti sono attualmente i dipendenti dell’azienda di Tpl. Inoltre, sempre secondo le rappresentanze dei lavoratori, bisognerà vigilare sulla procedura. Per evitare che questa possa essere un escamotage per portare in quella delicata posizione un manager più sensibile alle esigenze della politica, specialmente con l’avvicinarsi delle elezioni. E in quest’ottica, fa rumore la possibile candidatura di Giovanni Alberto Campisano a capo dell’operativo. Ingegnere esperto di trasporto pubblico, Campisano è l’attuale capo dello staff del vicesindaco e assessore alla Mobilità di Roma, Pietro Calabrese. Già in predicato di arrivare in Atac come manager un anno fa, dopo il passaggio dell’ex presidente Paolo Simioni a Enav.

Intanto, Comune e Atac hanno aperto il tavolo per il rinnovo del contratto di servizio, che scade a inizio dicembre. Al momento però ci sarebbero alcuni intoppi. Per garantire liquidità all’azienda, infatti, sono fondamentali sia l’acquisto da parte del Comune delle ex rimesse ora in disuso, sia il riconoscimento, sempre da parte del Campidoglio, di circa 17 mln di crediti. Che l’azienda di trasporto vanta nei confronti dell’amministrazione. Prima di perfezionare queste operazioni, però, è necessario approvare due apposite delibere da parte della giunta capitolina, che al momento non sarebbero ancora pronte.

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