Atac riprova a vendere le rimesse. Attesi 90 milioni, ma il buco sfiora il miliardo

Siamo al secondo atto. O se si preferisce al nuovo tentativo di Atac di vendere all’incanto i suoi gioielli di famiglia. Quelle ex rimesse diventate nel frattempo beni disponibili, dai quali l’azienda di via Prenestina cerca di trarre una boccata d’ossigeno. Soldi freschi da immettere in un bilancio sofferente, ma soprattutto da impegnare per rispettare tempi e condizioni del concordato. Dopo che gli stessi curatori del Tribunale hanno lanciato l’allarme. In una recente lettera indirizzata proprio alla sindaca Raggi e all’amministratore unico Mottura. Richiamando tutti alle proprie responsabilità. E al rispetto di quanto stabilito dal giudice. E facendo balenare il sospetto che in caso di ritardi nei pagamenti, l’intero lodo potrebbe saltare. Un grosso problema per il Campidoglio. Che si è ingigantito dopo che le richieste della Raggi al governo per ottenere circa un miliardo da investire nel trasporto pubblico sono state rimandate al mittente. Niente soldi dal Recovery plan, niente risorse per nuovi autobus. O per il prolungamento e la messa a norma delle metropolitane. Roma dovrà cavarsela da sola. Ecco allora che la vendita dei cespiti Atac che potrebbero fruttare 90 milioni diventa essenziale. Così come i tempi, che sono stretti. E le diverse aste curate dalla Yard Re si terranno tutte tra marzo e aprile. A patto che ci sia qualcuno disposto a comprare. Perché l’ultima volta sono andate tutte deserte.

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All’asta gli immobili di largo Bainsizza e Piazza Ragusa. Ma saranno in vendita anche le ex rimesse di S. Paolo e la sede di Roma metropolitane al Tuscolano

Sono diverse le ex rimesse che stanno di nuovo per essere mese all’asta da Atac. Che per la procedura si è affidata alla società di intermediazione immobiliare Yard Re. Inoltre, saranno offerti all’incanto alcuni terreni edificabili, e la sede di Roma metropolitane a via Tuscolana. Messa  in liquidazione dal Campidoglio. E rispetto alla quale il destino dei 150 lavoratori della società e’ ancora appeso a un filo. Nel dettaglio, l’asta per gli immobili di largo Bainsizza e di Piazza Ragusa è fissata per il 22 aprile. Rispettivamente, per una base di partenza delle offerte di 16  milioni e 500 mila euro, e di 10 milioni e 400 mila. Insieme a loro, nella stessa data andrà all’incanto anche la ex rimessa a via Alessandro Severo a S. Paolo. Un po’ più economica, si fa per dire. Con una base di partenza di 8 milioni e 700 mila euro. Attesa infine per un’altra procedura di vendita. Questa volta fissata al 17 marzo. E riguardante lo stabile di via Lucio Sestio. Trasformato ormai da dodici anni in casa per donne vittime di violenza. Proprio per questo, sembra che la Regione si stia attrezzando per acquistare direttamente l’immobile. E per mantenerne la funzione sociale.

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Il nodo della partecipazione dei territori e delle associazioni dei cittadini

Sono almeno due i problemi che rendono problematiche le aste delle ex rimesse disponibili di proprietà dell’Atac. Il primo ovviamente e’ il costo. Perché specie in epoca di pandemia, non è facile reperire potenziali acquirenti facoltosi. Desiderosi di fare investimenti a nove zeri in città. Ma forse ancora più delicato e’ il problema del coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini sul territorio. Che anche tramite i rispettivi Municipi, hanno presentato idee e progetti per la valorizzazione sociale di quegli spazi. Cosa che però ne precluderebbe almeno in parte una destinazione puramente finanziaria o commerciale. Così sono già nati alcuni esperimenti, come quello di ‘Ragusa off’’, ‘S. Paolo garage’ e ‘PratiBus district’. Ma in caso di vendita a privati, non sarà facile convincere i nuovi proprietari a rinunciare a una parte del profitto. Staremo a vedere, intanto Atac aspetta. E il Campidoglio spera. In un esito positivo delle procedure, per racimolare un po’ di liquidità in questi tempi di magra.

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