Attacco al consolato italiano in Brasile: c’è la rivendicazione anarchica per Cospito
Un ordigno incendiario, poco prima delle 7, è stato fatto esplodere a Porto Alegre davanti al portone del Consolato generale di Italia in Brasile. Non si sono registrati né danni alle strutture né feriti. Dalle prime analisi sembrerebbe ipotizzabile una matrice anarchica, non confermata ancora ufficialmente.
I volantini lasciati davanti al consolato italiano in Brasile
Un barile di petrolio è stato lanciato contro la porta e il marciapiede dell’edificio, situato in Avenida José de Alencar, nel quartiere Menino Deus. Nessuno, fortunatamente, è rimasto ferito.
Sul posto sono state lasciati volantini con messaggi anarchici. Il testo parla di “solidarietà ad Alfredo Cospito”, l’anarchico che è rinchiuso in un carcere italiano. Polizia Civile e periti sono intervenuti e hanno isolato la zona. Il caso è ancora sotto inchiesta. “Non possiamo farci intimidire, perché siamo un’istituzione molto importante per i cittadini italo-brasiliani. Non ci faremo intimidire da nessuno – ha detto il Console Generale d’ Italia a Porto Alegre, Valerio Caruso.
Alfredo Cospito: dopo Atene, gli anarchici alzano il tiro
All’inizio di dicembre, gli anarchici che chiedono la libertà per Cospito hanno dato fuoco all’auto della diplomatica italiana Susanna Schlein ad Atene, in Grecia. Per un miracolo l’incendio non ha coinvolto anche i figli della donna, che alloggiavano a pochi metri dell’attentato.
Alfredo Cospito viene considerato il leader degli anarchici internazionali: si trova in carcere per aver fatto esploder due ordigni davanti a una scuola di allievi carabinieri in provincia di Cuneo. Nel luglio di quest’anno però il reato è stato riformulato ed è divenuto “strage ai danni dello Stato” (prima era “finalità terroristiche”) , il più grave del nostro ordinamento, che prevede la possibilità di ergastolo anche in assenza di vittime. Nel maggio di quest’anno, inoltre, Cospito è stato sottoposto a regime di 41bis per quattro anni. Alfredo è il primo anarchico al quale viene applicato il regime del carcere duro.