Attivisti ambientalisti bloccano il viadotto della Magliana. Spinte e schiaffi dagli automobilisti

Sette attivisti ambientalisti del movimento Extinction Rebellion hanno bloccato dalle 08.00 di questa mattina per circa un’ora il viadotto della Magliana. Sdraiandosi pacificamente per terra, per protestare contro i cambiamenti climatici. E il fatto che l’Italia stia disattendendo – sempre secondo i manifestanti – quanto disposto dagli accordi di Parigi per la riduzione delle emissioni in atmosfera. Non è la prima protesta di questo tipo a Roma, costo che nelle scorse settimane si erano registrate iniziative analoghe. Con attivisti sdraiati sul raccordo anulare. sulla Colombo, sulla tangenziale est e a via Nazionale. Questa mattina però la reazione degli automobilisti rimasti intrappolati nel traffico infernale tra la Roma Fiumicino e l’Eur è stata particolarmente violenta. Con calci e schiaffi rivolti contro i manifestanti. Il tutto si è normalizzato circa un’ora dopo, con l’intervento degli agenti della Polizia locale del IX Gruppo e dei poliziotti del Commissariato S. Paolo. Che hanno liberato la carreggiata, mentre i disagi per la circolazione sono rimasti per una buona parte della mattinata.

Gli ambientalisti, Draghi ci riceva. Ma gli automobilisti bloccati si sono infuriati

Si tratta dell’ottavo blocco in pochi giorni messo in atto dalla campagna “Ultima Generazione – Assemblee Cittadine Ora!”. Sette le persone che hanno violato nuovamente il foglio di via da Roma. Consapevoli di rischiare delle condanne severe. Peter, una delle persone in strada, ha dichiarato: “Lo faccio perché davanti alla bisogno collettivo di cambiamento scelgo intimamente di volerne far parte. Mi espongo al pericolo e all’incertezza perché consapevole del pericolo che stiamo correndo come umanità”. Un intento nobile, ma il traffico è impazzito. E non sono mancati momenti di tensione. Con alcuni automobilisti scesi dalle loro auto. Che hanno anche preso a calci e schiaffi i manifestanti.

Le motivazioni della protesta

A spiegare le motivazioni delle loro proteste non violenti gli stessi attivisti. “Peter è preoccupato perché l’Italia sta completamente disattendendo gli Accordi di Parigi. Potremmo raggiungere tra i 2° e i 3° di aumento globale della temperatura già tra i prossimi venti e quaranta anni ed è possibile che presto fino a 3,5 miliardi di persone si ritroveranno a vivere in terre inabitabili, comprese le aree del Mediterraneo. Quindi saranno gli italiani e le italiane del futuro prossimo, i nostri figli, figlie e nipoti, a dovere emigrare per sopravvivere di fronte a condizioni disumane e terribili. I rappresentanti del governo italiano sono gli unici responsabili dell’immobilismo attuale sul fronte eco-climatico. Solo il governo ha il potere di innescare un cambiamento di rotta radicale ridistribuendo parte del suo potere ai cittadini e alle cittadine”.

Per questo attivisti e attiviste continueranno a ripetere i loro blocchi stradali finché i rappresentanti del governo, fra cui Mario Draghi (presidente del Consiglio) Mara Carfagna (ministra per il sud e la coesione territoriale) e Stefano Patuanelli (ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali) non concederanno loro un incontro pubblico. Sul tema: “Siamo l’Ultima Generazione di cittadini e cittadine italiani?”, esponendo pubblicamente la posizione del governo in merito alla necessità di agire in fretta. Prima che sia troppo tardi.