Autostrada A 24, il pedaggio resta. E da luglio scatta l’aumento

Brutte notizie per i romani che risiedono nella periferia est della Capitale. E che ogni mattina per arrivare in centro e andare al lavoro devono prendere l’ultimo tratto dell’autostrada dei Parchi. Quella A 24 che prevede il pedaggio anche per il tratto urbano, in entrata e in uscita dal casello di Lunghezza. Un balzello che in tanti hanno chiesto di togliere. E contro il quale si erano espressi anche alcuni candidati. sindaco nella recente campagna elettorale. Ma sembra che anche stavolta tutto si concluderà con un buco nell’acqua. Almeno stando al comunicato ufficiale del gestore della tratta. Che scarica sul ministero le responsabilità per la mancata approvazione del Perf, piano economico e finanziario. E quindi la impossibilità di rinunciare al pedaggio. Stante la necessità di lavori di manutenzione e di messa in sicurezza della tratta autostradale. Così, per ora il pagamento della tratta urbana rimane. Ma dal primo luglio potrebbe anche aumentare. Una vera doccia fredda per decine di migliaia di pendolari romani. E una vicenda sulla quale anche la nuova amministrazione Gualtieri avrà l’obbligo di farsi sentire.

Il gestore dell’autostrada, la colpa è del Ministero. Ma intanto a pagare sono i cittadini romani

“Tale scelta – di mantenere il pedaggio ndr – si è resa necessaria a causa degli ingiustificati ritardi da parte del Ministero competente. Che, dopo 9 anni dall’approvazione della legge 228/2012 che ne prevedeva l’aggiornamento, a tutt’oggi non ha dato seguito all’approvazione del nuovo PEF previsto dal dettato normativo. Ne’ ha dato seguito alla sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022/19) che ne imponeva l’adozione entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019”. Così hanno spiegato dalla concessionaria, motivando il mantenimento del pedaggio anche nella tratta urbana. E ventolando un possibile aumento del biglietto dal prossimo mese di luglio.  Aggiungendo in conclusione:“Il Cda di Strada dei Parchi esprime una forte preoccupazione per il ritardo nell’avvio dei lavori di messa in sicurezza delle tratte autostradali, così come previsto dalla citata legge del 2012”. E intanto a pagare sono ancora una volta i lavoratori e i pendolari romani.