Balivo, nuova lite con gli autori. E gli ascolti restano da serie C

Non c’è pace per Caterina Balivo. Ogni giorno una batosta. Ogni puntata una nuova bordata. Il format La volta buona non piace agli spettatori, non è ben digerita dagli autori, costa una barca di soldi e scontenta tutti. Anche nel Cda questi mal di pancia della trasmissione post pranzo sono venuti alla ribalta e la prossima settimana saranno discussi per trovare una soluzione che determini il futuro della Balivo in Rai.

Lite in diretta

Un altro momento “thrilling” tra Caterina Balivo e il gruppo di autori de La volta buona. Durante il blocco dedicato al gioco a premi, quello con la classica telefonata da casa, che Caterina Balivo ha condotto insieme all’ospite di puntata Elena Santarelli, c’è stato un attimo che è parso molto strano e che ha rinfocolato quanto si dice tra i corridoi di Viale Mazzini, e cioè che tra la conduttrice e la squadra di autori del programma non corra buon sangue: “Gli autori vogliono così”, ha detto la conduttrice stizzita dopo un botta e risposta con una concorrente.

Ascolti pessimi

Ma quello di lunedì 18 settembre è solo l’ultimo episodio di una serie di scivoloni che stanno minando la struttura della squadra. Dai tecnici di studio ai fonici, passando per gli autori e i direttori di produzione la Balivo è totalmente malvista e definita poco collaborativa. Questo naturalmente, a caduta, va a minare il corretto andamento della trasmissione La volta buona. Al punto che c’è chi, dopo ogni problema portato dalla Balivo, scherza dicendo fosse la volta che la cacciano.

Il Cda dà l’aut aut: o si sale o si chiude il 15 ottobre

Scherza oggi, scherza domani, la volta buona sta avvicinandosi al precipizio. Per questo il Cda vuole analizzare i dati di ascolto: portare avanti una trasmissione che ad ogni punta ha il segno meno davanti ai ricavi e davanti ai competitor proprio non piace a viale Mazzini. Ecco allora che al 30 settembre è prevista un’analisi dettagliata anche legata ai flussi pubblicitari. Poi altri 10 giorni di test e, se gli ascolti continuassero ad andare male, dal 15 ottobre tutti a casa.