Barbiere tunisino lavorava senza mascherina. E scattano controlli e sanzioni
È scattata la chiusura per la bottega di un barbiere di origine tunisina a Roma nord in zona Cornelia Boccea. L”attività di barberia è stata momentaneamente sospesa per la verifica del rispetto delle norme anti covid. E per un sospetto utilizzo di lavoro al nero. I Carabinieri della Compagnia Roma San Pietro hanno sanzionato questo esercizio commerciale nell’ambito di una più vasta operazione di verifica e controlli. Che hanno messo sotto la lente di ingrandimento almeno sei attività e una cinquantina di persone attorno alla Circonvallazione Cornelia. Il 42enne barbiere tunisino avrebbe lavorato senza la mascherina prescritta dalla legge. E le protezioni individuali non sarebbero state indossate neppure dal personale e dai clienti trovati nel negozio. Inoltre non sarebbe stata rispettata la distanza minima di un metro. E neppure sarebbe stato predisposto l’ingresso dilazionato. Tutte infrazioni che si sono anche sommate all’utilizzo del lavoro in nero. Perché almeno una delle maestranze non sarebbe stata in regola. È scattata quindi la sanzione della sospensione della attività per cinque giorni. Oltre a una multa per un importo di 1800 euro.
Ma come abbiamo scritto l’attività dei Carabinieri non si è fermata qui. E ha messo in luce altre irregolarità in negozi della zona e di altri quartieri di Roma. Tutti gestiti da immigrati. Spesso purtroppo in violazione del rispetto delle norme sulla sicurezza nel lavoro. E degli adempimenti fiscali e tributari previsti dalla legge.
Maxi operazione su esercizi commerciali gestiti da immigrati. Sanzionato barbiere tunisino, e scattano altri controlli e chiusure
Oltre cinquanta persone controllate e numerose violazioni di legge contestate. Questa la sintesi di una importante operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di San Pietro. Oltre al barbiere tunisino di Boccea, è caduto nella rete delle verifiche anche un minimarket in via Tardini. Dove il titolare che è risultato essere un cittadino del Bangladesh è stato denunciato a piede libero. Altre verifiche e altre sanzioni a Monteverde nuovo, all’altezza di Piazzale Dunant. Qui i Carabinieri sono entrati in una frutterai di un egiziano di 35 anni. E anche in questo caso hanno trovato un lavoratore in nero. Stessa sanzione di 1800 euro con la sospensione per cinque giorni dell’attività. Si potrebbe continuare, ma in realtà il quadro è fin troppo chiaro. Molto spesso le frutterie di quartiere senza insegne così come i minimarket sono dei veri e propri porti franchi. Senza controlli. Da un punto di vista sanitario così come sotto il profilo fiscale. Con il comune che purtroppo sembra essere assente. Certo, questo non significa che tutti gli stranieri che aprono un’attività a Roma non siano in regola. Ma purtroppo in molti casi le normative vengono aggirate. E si fa concorrenza sleale verso i negozi gestiti dagli Italiani. Che invece le regole sono costretti a rispettarle tutte. E a pagare le tasse anche per gli altri.