Benedetta Tv – Antonella Clerici: finalmente una vera festa di Natale
Ieri sera Cena di Natale condotto a Antonella Clerici ha dominato la serata con il 20.5%. Il Grande Fratello su Canale5 scende ancora e non va oltre il 16.3% nonostante sia terminato all’una e mezza.
Cena di Natale: l’ultima occasione per festeggiare
Era l’antivigilia. Stasera è forse la giornata dell’anno in cui meno persone saranno davanti alla tv, impegnate nelle cene natalizie. Il televisore per le prossime 48 ore fungerà da sottofondo. Con l’eccezione del pomeriggio di domani, in cui satolli da cena e pranzo del 25 ci butteremo sul divano e cercheremo qualcosa che possa intrattenerci o, forse, conciliare l’abbiocco.
Raiuno prevede comunque una prima serata importante con l’inizio ufficiale del Giubileo simboleggiato dall’apertura della Porta Santa. Si tratta però di servizio pubblico e non di intrattenimento leggero. Dunque ieri era l’ultima occasione per festeggiare e fare gli auguri ai telespettatori. Cena di Natale è servito proprio a questo.
Clima da… bella festa
In realtà non è stata per niente una cena. Il programma si è concluso mentre gli invitati prendevano posto alla tavola riccamente apparecchiata. È stata invece una bella festa (il riferimento al titolo del programma di Pierluigi Diaco è voluto). Soprattutto si è respirato il clima natalizio dall’inizio alla fine. Nek che racconta ai bambini di The Voice Kids la storia di Stille Nacht e poi la canta insieme a loro; Gianni Morandi che canta Bianco Natale.
Persino Albano che si esibisce in Adeste Fideles. Uno dei più begli inni dedicati alla nascita di Gesù ci ha portato dentro le atmosfere del Natale senza bisogno di sottolineature. La banda di cuochi di È Sempre Mezzogiorno, impegnata nei preparativi della cena, ha permesso di parlare della possibile entrata della “cucina italiana” all’interno del patrimonio dell’Unesco, senza i soliti pipponi istituzionali.
Ci sono stati momenti anche più raccolti, ma sono stati portatori di quella malinconia che se non ci fosse se ne sentirebbe la mancanza. Il paragone accennato con Bella Festa non è solo una frecciatina, ma la differenza di chi celebra un momento, comunque la si pensi, determinante del tempo dell’anno come il Natale e chi pensa di poter usare una festività come questa per accrescere la propria importanza. Vi farò un paio di esempi, uno in positivo l’altro meno.
Magic Christmas – Ogni giorno è Natale
Nel pomeriggio di Raidue ieri è andato in onda uno speciale dal titolo Magic Christmas – Ogni giorno è Natale. Condotto da Anna Falchi, in questo caso si trattava sì di un vero e proprio pranzo, con la gente seduta a tavola che chiacchierava delle feste. I partecipanti ricoprivano i ruoli tipici di quel momento. C’era lo zio caciarone sempre pronto alla battuta (Andrea Roncato), la parente un po’ intellettuale che racconta le origini della festa (Melanie Francesca), le amiche preoccupate per l’educazione dei figli (Natalie Caldonazzo, Carme Russo), e così via.
Pur partendo da un’idea simile, ovviamente il programma non può essere paragonato alla serata di Raiuno. Ma aveva un suo senso, cioè quello di mostrare delle nuove tradizioni natalizie (che poi tanto nuove non sono, essendo nate all’inizio del secolo sono ormai ventennali), come il Christmas Town di Alassio, lo spazio dedicato al natale all’interno del parco di divertimenti Magicland o il bellissimo Regno di Babbo Natale di Vetralla dove, come più volte ripetuto dal suo ideatore Giorgio Aquilani «viene data a tutti la possibilità di tornare bambini».
Un altro esempio. Quando si parla di presepi è immancabile la citazione di San Gregorio Armeno e le statuine che riproducono personaggi pubblici ormai immancabili nelle installazioni natalizie napoletane. Ieri, a Ogni giorno è Natale abbiamo scoperto anche che da più di vent’anni, a Vitorchiano (un tempo famoso soprattutto per il monastero di suore trappiste alla cui bottega è possibile acquistare marmellata e altri prodotti strepitosi) c’è un’esposizione pubblica dei presepi realizzati dagli abitanti del borgo con il supporto del comune. Insomma una celebrazione del Natale a trecentosessanta gradi con l’espediente del pranzo per legare le varie parti del racconto: funziona.
Il Grande Fratello: non basta vestirsi da elfi per ottenere l’atmosfera di Natale
Uno dei momenti più divertenti di Cena di Natale è stato quando Katia Follesa ha descritto le origini della leggenda del vischio sotto cui ci si bacia durante le feste. Mentre Antonella Clerici le faceva le controscene dei personaggi del racconto. Ha finito per farsi baciare in bocca da Gianni Morandi concludendo una narrazione partita dai miti norreni per arrivare ai giorni nostri.
Anche al Grande Fratello c’è stato un momento in cui il vischio avrebbe dovuto essere protagonista. Quando a Giglio è stata fatta la sorpresa di farlo incontrare con Yulia proprio sotto un ramo del sempreverde. I due si saltano addosso subito e Signorini li avvisa. «Guardate che la leggenda dice che due che si baciano sotto il vischio poi daranno origine a una relazione eterna, prendetevi le vostre responsabilità».
Ma quale leggenda? Baciarsi sotto il vischio porta fortuna, come ha magistralmente raccontato Katia Follesa, non c’entra nulla l’amore eterno. Nelle citazioni del mito del vischio, anche le più superficiali, molto frequenti nelle commedie romantiche, tutto si gioca a farsi trovare sotto il vischio. Perché è obbligatorio baciarsi una volta lì sotto. È il vischio che causa il bacio proprio perché è considerato un portafortuna farlo. Questi usi pretestuosi dei simboli natalizi per cercare di rinfrescare un programma che è sempre troppo uguale a se stesso non funzionano.
Non basta fare vestire i concorrenti con i maglioni con le renne o con divise da elfo sexy se poi il tema della puntata continuano a essere i tradimenti, i dispetti reciproci le piccole cattiverie della vita quotidiana che nella casa si perpetuano da anni. A Natale siamo tutti più buoni o almeno ci piace pensare di esserlo. Un programma che sottolinea invece sempre le parti peggiori dell’umano ha poco senso, almeno in questi giorni, di esistere.