Benedetta Tv – Ballando con le Stelle, Guaccero Vs Pellegrini: Cenerentola batte Ulisse
Finalmente è finita. Ieri sera si è conclusa la 19ª edizione di Ballando Con Le Stelle. Il più longevo varietà di Raiuno ha sbaragliato la concorrenza raccogliendo il 34.1% degli ascolti. Una percentuale ormai inusitata se non durante la settimana sanremese o i mondiali di calcio. Ma è stato anche il miglior risultato di sempre per Ballando se si eccettua l’edizione d’esordio nell’ormai lontano 2005 che totalizzò il 35.11%.
Se guardiamo il numero di spettatori, però le cose cambiano. Ieri sera poco più di 4milioni di persone hanno scelto di farsi intrattenere da Milly Carlucci e dalla sua banda. Gli stessi che, più o meno, hanno seguito la finale dell’11ª edizione nel 2016. Quell’anno la percentuale è stata il 23.06. Per non parlare del numero di spettatori della puntata finale della citata prima edizione, oltre 8 milioni. Questo non dice nulla sulla qualità o riuscita del programma ma dice molto dello stato in cui versa la tv. In vent’anni il pubblico televisivo tradizionale si è dimezzato. Forse è giunta l’ora di non fare più finta di niente
Ballando Con Le Stelle 19: Lo show dei record?
È stata l’edizione dei record, la più bella degli ultimi dieci anni, l’hanno detto e ripetuto tutti, anche troppo durante la diretta. Un po’ è vero. Oltre agli ascolti non si sono mai visti tanti infortuni tutti insieme. A partire da Nina Zilli costretta al ritiro per arrivare all’appena recuperato Samuel Peron, passando per la povera Anastasija Kuzmina vittima della cialtronaggine (per quanto molto divertente) di Francesco Paolantoni. Ieri sera abbiamo poi scoperto che Luca Barbareschi si è esibito grazie a un “esoscheletro” che gli proteggeva ben 7 vertebre incrinate. Record anche di colpi di scena: ballerini cacciati, giudici che scompaiono, riappaiono e poi scompaiono di nuovo; concorrenti che hanno dovuto cambiare per ben due volte maestri. Certo tutto questo ha aggiunto pepe e interesse per il programma ma non credo che basti a spiegare il successo di questa edizione.
Ballando: la forza delle storie
Ballando Con Le Stelle non è solamente un talent show sul ballo. Le storie dei personaggi coinvolti hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella riuscita del programma. Si tratta di persone che appartenenti ad altri mondi si misurano, per la prima volta a livello professionale, con la danza. Hanno un vissuto precedente importante che viene raccontato in un percorso di “insegnamento” che li costringe ad uscire dalla loro “confort zone”. In questa dinamica nascono nuove storie che diventano l’ossatura della narrazione del programma. Nel corso di vent’anni ne abbiamo viste e sentite tante. Molte di questi, cambiando gli interpreti, si ripetono da un’edizione all’altra. Tra i finalisti di ieri, per esempio, c’era l’artista navigato e disilluso che grazie a Ballando ha imparato a volersi più bene. Anche se la mancanza di autostima non mi è mai sembrata essere uno degli aspetti caratterizzanti Luca Barbareschi, ma questa è una cosa mia. C’era Tommaso Marini il campione sportivo un po’ in crisi che ha ritrovato motivazione con la danza. C’era Anna Lou Castoldi la figlia di Asia Argento e Morgan artisti problematici, che si è rivelata molto più tenace e positiva di quello che lei credeva di se stessa. Persino la vicenda di Federica Nargi, data per settimane come possibile vincitrice, quella dell’ex velina che dimostra che “oltre alle gambe c’è di più” era, in fondo, l’ultima versione di una storia che avevamo sentito più e più volte. Tutti questi racconti nulla hanno potuto rispetto a quelli di cui sono state protagoniste Federica Pellegrini e Bianca Guaccero. Perché le loro sono storie che si innervano nel profondo del nostro immaginario, si riferiscono ad archetipi presenti in ognuno di noi. Un tempo si sarebbe detto ai miti fondativi della nostra cultura
Federica Pellegrini vs Bianca Guaccero: Ulisse contro Cenerentola
Partiamo da Bianca Guaccero. È come Cenerentola. Nel senso del talento misconosciuto. Mamma single ha dovuto sempre lottare per emergere. Per anni ha guidato con successo il pomeriggio di Raidue con Detto Fatto. Da quando il programma è stato chiuso si è aperta una voragine in quello spazio della programmazione ma nessuno le ha riconosciuto nulla. Ha ben recitato in diverse fiction ma non ha mai raggiunto la celebrità di altre sue colleghe. Più di una volta programmi che le sono stati affidati si sono rivelati dei flop ma non per colpa sua: debolezza del format (Liberi Tutti) o compagni inadeguati (Una Storia Da Cantare). Eppure è simpatica, bella, sa recitare, cantare e come ha ben dimostrato ballare. Dopo la vittoria di Ballando dal 10 gennaio la vedremo su Raiuno affiancare Neknella conduzione della quarta edizione di Dalla Strada Al Palco una prima serata dedicata agli artisti di strada. Capiremo se Cenerentola è diventata finalmente principessa o, se entro mezzanotte dovrà tornarsene a casa.
E veniamo a Federica Pellegrini. È un’eroina, è Ulisse. La più grande campionessa di nuoto italiana di sempre e una delle più illustri atlete mondiali. Come Ulisse dopo essere stato l’artefice della vittoria nella guerra di Troia, anche la Pellegrini, lasciato lo sport, ha intrapreso un viaggio di ritorno a “casa” inteso come il riappropriarsi di tutto quello che, inevitabilmente un’atleta come lei, ha perso, sacrificando molti aspetti della sua vita. Come per Ulisse anche il viaggio di Federica, simboleggiato nel suo percorso a Ballando, è stato funestato da incidenti e ostacoli. Prima un maestro che poco la considerava, poi il sostituto che subito si infortuna, infine con Pasquale La Rocca finalmente, ma ha dovuto lavorare il doppio degli altri per recuperare il tempo perso e l’ha fatto da par suo magistralmente.
Ballando: una maratona senza fine
Questo scontro epico è stato l’elemento fondante il grande successo consumatosi ieri sera in cui ciascuno ha ritrovato qualcosa di sé. Nella battaglia finale ha vinto Cenerentola, del resto Ulisse è un eroe tragico. Anche se il sapore della tragedia, ieri sera, si poteva cogliere nello sguardo di Bianca Guaccero nell’attesa del risultato finale, mentre il numeratore scorreva. Federica Pellegrini appariva molto più serena forse perché più abituata ai verdetti nella vita. La Guaccero sembrava proprio terrorizzata quasi che fosse una questione di vita o di morte. C’è da dire che era ormai l’una e 40, dopo che le due coppie si erano esibite in ben quattro prove consecutive finali senza un attimo di respiro. È comprensibile che anche lo sfinimento possa alterare un po’ lo stato d’animo a quel punto. Devo confessare che anch’io mi sentivo un po’ sfinito dopo oltre cinque ore di spettacolo e mi è tornato in mente il titolo di un film di Sidney Pollack del 1969, che vinse anche un Oscar e che trattava proprio di gare di ballo: Non si uccidono così anche i cavalli?