Benedetta Tv – Ballando con le Stelle vince la serata, lo sguardo dall’alto di Sapiens
Grande trionfo per Ballando Con Le Stelle ieri sera che raggiunge il 29.1% lasciando briciole al resto della programmazione compreso Canale 5 che con l’ultima parte del concerto de Il Volo arriva appena al 14%. Del resto era una replica ma degli accordi di programmazione tra le due reti principali della nostra televisione ne abbiamo parlato ieri. Il 29% però è un ascolto ragguardevole in assoluto e c’è da dire che la puntata di ieri è stata agevolata da un grande traino dato dall’affaire Mariotto. Il giudice era scomparso prima della fine della scorsa puntata e per tutta la settimana se ne è parlato, sui giornali e soprattutto sui social. Striscia La Notizia ha cavalcato la notizia per cercare (inutilmente) di recuperare un po’ di ascolti. In questo caso Raiuno si è confermata nel suo ruolo gattopardesco. Tante dichiarazioni, polemiche, annunci di possibili sanzioni ma, alla fine, un bel mazzo di rose e Guillermo è tornato al suo posto. Detto questo si annuncia una delle finali più combattute spettacolari degli ultimi anni con tre coppie possibili vincitrici. Ve ne daremo conto.
Per il resto, come dicevamo solo briciole di ascolti. Una di queste è il 3.9% ottenuto da Sapiens – Un solo pianeta, rubrica di divulgazione scientifica condotta da Mario Tozzi che Raitre continua coraggiosamente a proporre in una serata tradizionalmente dedicata all’intrattenimento leggero.
Sapiens il puzzle della divulgazione
Il programma è costruito come un puzzle. I documentari che lo compongono non vengono proposti per intero come accade di solito nelle rubriche di divulgazione. Sono stati spezzettati e ricomposti per seguire la linea narrativa che Mario Tozzi ha deciso per la puntata. È una scelta forte, che se, come è facile intuire, rischia di frammentare il racconto ha però un indiscutibile vantaggio: garantisce una solida base scientifica a ogni passaggio dell’esposizione.
Sapiens: il metodo scientifico come ipotesi di racconto
Ieri l’argomento era l’Europa: la sua nascita, i suoi confini, i popoli che l’hanno abitata e una serie di ipotesi sul perché sia la culla della civiltà occidentale e perché, nel bene e nel male, abbia dato origine all’organizzazione del mondo così come la conosciamo oggi. Ad un certo punto si è parlato delle differenze tra le popolazioni europee. Il documentario, o meglio il frammento di documentario, ha mostrato con grande chiarezza la ragione per cui gli abitanti delle regioni più settentrionali hanno la pelle chiara. Dipende dal fatto che quanto è più bianca l’epidermide tanto più è capace di produrre la vitamina D anche con una scarsa esposizione solare. Quindi nell’evoluzione delle popolazioni che erano arrivate in quelle regioni dove la luce solare era scarsa, la tinta della pelle si è scolorita con il passare delle generazioni. Direi che non c’è migliore confutazione a qualunque tipo di razzismo e, giustamente, non c’è stata alcuna sottolineatura polemica nell’esposizione di questa tesi, ma semplicemente la constatazione di un dato di fatto.
È questa la caratteristica principale di Sapiens: non opinioni ma verità basate su fatti scientifici inoppugnabili. Del resto Mario Tozzi non è come Alberto Angela o come il suo compianto genitore Piero che nascono divulgatori. Tozzi è uno scienziato, geologo per la precisione e Primo Ricercatore del CNR.
Il suo punto di vista dunque non può essere che empirico. Il fatto poi di essere geologo lo fa partire sempre da un punto di vista distante, uno “sguardo dall’alto” come si dice. Lo sguardo di chi parla della realtà partendo dal fatto che viviamo su un pianeta che è regolato da leggi molto più grandi e irreversibili di quelle che di volta in volta (e di secolo in secolo) ci diamo per organizzare la nostra convivenza. Per i geologi il tempo si misura in ere non in secoli, tantomeno in anni. Questo relativizza molto le argomentazioni su cui siamo abituati a polemizzare, fissi come siamo a giudicare tutto in base alle conseguenze concrete e ai disagi che proviamo nella nostra quotidianità.
Il nostro futuro dipende da noi
Ogni tanto ricordarci che siamo un’infinitesima parte di un sistema incredibilmente complesso e che siamo posizionati anche in una parte piuttosto periferica di questo sistema è consolatorio. Come quando dopo una notte inquieta e piena di incubi, spalanchiamo la finestra e scopriamo che è una bella giornata di sole.
Anche i richiami che Tozzi fa alla condizione che stiamo vivendo, quella del riscaldamento globale del nostro pianeta, non hanno quella pesantezza e acredine atta a suscitare un senso di colpa. Partono semplicemente dal riconoscimento che il pianeta ci sopravvivrà qualunque cosa succeda, siamo noi che rischiamo di estinguerci come specie. C’è stato addirittura un periodo in cui, come più volte ricordato ieri sera, il Mediterraneo è diventato un lago e si è quasi prosciugato, prima di tornare a contatto con l’Oceano Atlantico. Durante quell’intervallo la popolazione europea è stata decimata. La Terra non è mai stata in pericolo la nostra sopravvivenza sì. Fate un po’ voi i conti.