Benedetta TV – Benigni conquista RaiUno e sfida Meloni sul sogno europeo

Benedetta TV Benigni

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La diretta di RaiUno con cui Roberto Benigni ha raccontato la storia dell’Europa e del sogno della sua unità ha radunato quasi 4 milioni e mezzo di spettatori e ha raggiunto il 28.1%. A farne le spese è stato soprattutto Lo Show Dei Record su Canale5 che si è fermato all’11.9%. Anche le altre reti hanno sofferto, tranne – e c’era da aspettarselo – RaiTre che ha mantenuto il 9.6% con Chi L’ha Visto?.

Benigni è un maestro nelle sorprese

Quando Roberto Benigni si è presentato come ospite a “sorpresa” sul palco dell’Ariston durante l’ultimo festival di Sanremo, al termine del suo (non)monologo, ha annunciato che il 19 marzo sarebbe tornato su RaiUno con una serata speciale dedicata al sogno. Ieri sera con sorpresa (stavolta senza virgolette) abbiamo scoperto che il sogno di cui parlava è quello degli Stati Uniti d’Europa. Sui contenuti della trasmissione è stato mantenuto il massimo riserbo.

Molti oggi parlano di un’imboscata visto che le parole di Benigni sono andate nella direzione esattamente contraria di quelle che la nostra premier, Giorgia Meloni, ha pronunciato ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati. A tutti i complottisti vorrei fare notare che lo spettacolo di Benigni era piuttosto complesso nella scrittura e nella ricostruzione storica ed escludo che si sia potuto congegnare nelle poche ore che hanno separato l’audizione alla Camera della Premier e la diretta di RaiUno. È stata una coincidenza, significativa e che terrà banco nei commenti dei prossimi giorni, ma è una coincidenza. A volte succede.

Giorgia Meloni

Benigni si è misurato con un tipo di intrattenimento dai riferimenti molto antichi e altissimi

Tecnicamente è stata un’orazione civile. È un modello di comunicazione vecchio di oltre 2500 anni. L’esempio più famoso e citato è quella che Pericle rivolse agli ateniesi nel 431 a.C. Cicerone ne fu maestro assoluto. La più recente la possiamo ritrovare ne Il racconto del Vajont, realizzata da Marco Paolini, sempre per RaiUno ormai quasi trent’anni fa.

Un’orazione civile è un discorso tenuto in pubblico che parte da una ricostruzione di fatti storici per poi trarne un messaggio per il pubblico e fornirgli delle prospettive future. Si può condividere o meno quest’ultima parte, più difficile è contestare la prima, soprattutto quando la ricostruzione è basata su fatti accuratamente riportati.

Roberto Benigni

Un racconto costruito su delle premesse inconfutabili

Benigni in questo è stato molto bravo. Che la storia d’Europa sia stato un succedersi di guerre, in lunghi periodi senza soluzione di continuità è un fatto inconfutabile. Che ottant’anni di pace ininterrotta siano un unicum negli ultimi tremila anni lo è altrettanto.

Anche il fatto che la scelta federale degli Stati Uniti abbia garantito 250 anni senza guerre sul suolo del territorio nordamericano è incontrovertibile. Altrettanto vero senza timore di smentita è che qualunque nazionalismo, prima o poi abbia portato a una guerra. Ed è inevitabile dato che parte dal presupposto di una superiorità rispetto a tutti gli altri.  

La lotta dell’uomo contro la sua stessa superbia origine di tutti i mali

Di certo tutte le polemiche dei prossimi giorni verteranno sull’interpretazione del Manifesto di Ventotene, al centro del dibattito politico nostrano. È un peccato, e anche una grande occasione persa. Il messaggio di Benigni, infatti, è rivolto alla parte intima di ciascuno di noi. È stato un attacco alla superbia, uno dei peccati più gravi, cristianamente parlando. Ma già gli antichi greci identificavano nell’ubrys, che potremmo tradurre con “tracotanza”, la presunzione di sentirsi superiori a tutti persino agli Dei, la sorgente di ogni male, l’azione peggiore di cui poteva rendersi responsabile una persona. A punire questa mancanza era preposta una dea crudele e implacabile, Nemesi. È questo concetto che sta alla base di tutta la cultura occidentale che poi è l’origine della civiltà europea.

Un’ultima notazione in forma di consiglio per Aldo Cazzullo la cui puntata di ieri di Una Giornata Particolare è stata pesantemente penalizzata dallo speciale di Benigni. Potrebbe sfruttare l’onda lunga della sua orazione parlando del 23 settembre del 480 a.C.

In quel giorno Temistocle, probabilmente il primo self made man della storia, convinse tutte le polis greche ad unirsi con un unico esercito e a battere Serse (il “re dei re” simbolo dell’Ubrys) nella battaglia di Salamina. L’esito vittorioso di quello scontro ha portato alla civiltà come la conosciamo oggi. Senza quell’unione oggi, con tutta probabilità, non potremmo nemmeno parlare di “occidente”.