Benedetta Tv – Bravi Salemme e Favino, meno Padre Diaco

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Ieri sera Raiuno e Canale5 hanno sostanzialmente pareggiato (20.5% a 19%) con due fiction in costume Natale in Casa Cupiello e Il Conte di Montecristo. Al terzo posto ma molto distante Italia1 con la sua scelta di film di Natale con Una Tata Magica raggiunge il 6.9%. Il dato interessante è che il quarto canale più seguito, ieri sera, è stato il 20 che programmava Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re. Ha fatto il 4% niente di eccezionale ma sempre più di Bella Festa su Raidue che si è fermata al 3.9%.

Il Conte di Montecristo: che bella prova di Pierfrancesco Favino

La fiction di Canale5 è l’ennesima trasposizione cinematografica del più famoso romanzo di Alexandre Dumas, dopo I tre Moschettieri. In Francia ha ottenuto un successo enorme. Presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes ha portato nelle sale quasi dieci milioni di francesi. Da noi è stato pubblicizzato soprattutto per la partecipazione di Pierfrancesco Favino che ricopre il ruolo dell’Abate Faria.

Figura determinante nella trama del romanzo (è quello che permette il riscatto di Edmond Dantes e la sua vendetta) ma dato che muore abbastanza rapidamente la sua presenza è terminata con la puntata andata in onda, vedremo se questo avrà conseguenze, dal punto di vista degli ascolti, nel finale di stasera. Al di là di questo il film è un prodotto molto curato con ricostruzioni precise e un’ottima fotografia. Per quanto riguarda l’interpretazione di Favino, va detto che davvero è stata, ancora una volta, la dimostrazione del livello da fuoriclasse che ha raggiunto l’attore italiano. Solo i grandissimi infatti sanno recitare anche solo con gli sguardi. L’intensità con cui ha interpretato i pochi minuti a sua disposizione è valsa la pena di guardare la puntata.

Vincenzo Salemme: bravo e coraggioso

Natale in Casa Cupielloieri era una diretta teatrale trasmessa dall’Auditorium Domenico Scarlatti della sede Rai di Napoli. Non è scontato che uno spettacolo teatrale proposto in tv sia un successo, anzi la storia della nostra televisione ci dice esattamente il contrario. Dunque il risultato ottenuto da Vincenzo Salemme ha dello straordinario. Questo è un fatto. Stamattina sui social si sono sprecati commenti e paragoni tra la messa in scena di ieri e quella originale di Eduardo De Filippo. Tutti a improvvisarsi critici teatrali dicendo che “Salemme sì vabbè ma Eduardo è un’altra cosa”. Ah sì? Ma davvero? Che osservazione originale! Viene da dire per non usare espressioni un po’ più volgari ma che renderebbero meglio il senso della cosa.

Come quando sentiamo cose come “ah sì ho sentito la versione di Imagine di Lady Gaga ma John Lennon è un’altra cosa”. E allora? Nessuno dovrebbe più cantare Imagine? Nessuno può più interpretare una delle tragicommedie più intense del teatro italiano perché l’originale è inarrivabile? Anzi io credo che l’interpretazione di Salemme è stata tanto più efficace quanto più non si è preoccupata di aderire pedissequamente a quella di Eduardo De Filippo. Perché tra un Massimo Ranieri che si è autoimposto un processo di immedesimazione con il Maestro al punto di cercare di assomigliargli anche fisicamente, smarrendo parte della sua identità (ma questo è un discorso complesso che forse un giorno faremo), io preferisco Vincenzo Salemme che nel suo Luca Cupiello ha messo tutto il suo vissuto di attore con quarantasette anni di carriera sulle spalle. Bravo Vincenzo.

Padre Diaco ci riprova ma il risultato non cambia

Veniamo alle dolenti note, ossia il risultato di Raidue con Bella Festa. Bisogna ammettere che rispetto a domenica scorsa almeno il clima di festa c’era. Anzi c’erano tutti gli ingredienti, i regali sotto l’albero, balli e canti, persino la tombola. Anche gli ospiti, almeno alcuni, di prima grandezza, Lino Banfi, Christian De Sica. Ma l’andamento del programma è stato troppo approssimato. In tante, troppe occasioni. A volte si ha persino il sospetto che sia un’approssimazione voluta se non cercata e questo davvero non si spiega.

L’analisi completa

Per esempio lo stesso Diaco, nel descrivere le “prove” che i concorrenti vip devono affrontare per vincere uno dei pacchi regalo posti sotto l’albero specifica «Nessuno di loro sa che cosa gli attende non si aspettano minimamente quello che dovranno fare. Questo  rende la tv più vera». Diaco caro la tv vera non esiste. L’esito che hai nel coinvolgere ospiti senza preparazione è che l’esibizione sarà brutta, a volte persino umiliante. Perché costringere Lino Banfi a improvvisare canto e ballo fa drammaticamente emergere gli 88 anni che porta, non in modo tenero ma imbarazzante. Poi visto che ti ergi a paladino del servizio pubblico e non lasci passare dieci minuti senza ricordare i «70 anni di Mamma Rai» come puoi mostrarti scettico di fronte all’applausometro dicendo «Io non credo in queste nuove tecnologie». È dai tempi di Settevoci(1966) che in Rai si usa l’applausometro, per non parlare del Karaoke di Fiorello o della Corrida di Corrado.

Ancora, hai deciso di usare la Tombola come fil rouge del programma, allora non devi farla in modo raffazzonato per cui ogni tanto dai le spiegazioni dei numeri secondo la smorfia napoletana altre volte no. Si è arrivati a stento alla quartina e non si è più andati avanti senza nessuna motivazione o una spiegazione del perché. Anche in uno dei momenti più belli del programma, durante l’intervista a Christian De Sica è stato mostrato un reel di sue partecipazioni a programmi Rai. Era davvero bello, con immagini non banali, alcune vere chicche come un’esibizione con le gemelle Kessler. Ma nessun commento è stato fatto di questo video anche se le stesse reazioni di De Sica nel vederle avrebbero suggerito un approfondimento. Invece niente. Si è chiusa lì l’intervista con un generico ringraziamento.  Caro Don Diaco c’è molto bisogno di contenuti positivi e buoni sentimenti, fine che persegui con grande pervicacia, ma con l’approssimazione non si va molto lontano

Barbara D’Urso riappare a sorpresa su Mediaset grazie a Striscia

Un’ultima segnalazione. Durante la puntata di ieri di Striscia La Notizia Valerio Staffelli ha consegnato un Tapiro a Barbara D’Urso. La motivazione, un po’ blanda per essere sinceri, è stata la sua “scomparsa” dal piccolo schermo nel 2024. Sospetto che faccia parte della strategia di schermaglie tra Antonio Ricci e Piersilvio Berlusconi sul futuro della rubrica. Al di là di questo, nel breve dialogo, Barbara D’Urso ha dimostrato una grande signorilità e quindi alla richiesta: «come mai non ti si è più vista in televisione» ha risposto «non sono io a cui va rivolta questa domanda».

Il momento più pregevole della conversazione è stato quando la D’Urso ha rivendicato che una delle cose per cui veniva più presa in giro, ovvero la fortissima illuminazione spiana rughe con cui veniva ripresa, ormai è diventata prassi per moltissime sue colleghe, a partire da Eleonora Daniele e Federica Panicucci. Come a sottolineare un marcamento di territorio: “È vero non ci sono più ma le tracce del mio passaggio permangono nella tv”.