Benedetta Tv – Domenica In: una perfetta seconda serata
Dopo la Domenica Sportiva che debuttò il giorno stesso della nascita della tv italiana, Domenica In è la trasmissione più longeva, in onda dall’ottobre del 1976. Quella di quest’anno è la 49ª edizione e Mara Venier è la conduttrice che ne ha guidate di più, ben 16. Ma non è solo l’età a rendere Domenica In degna di nota.
Il nuovo format: la rivoluzione degli anni ’70
Quando andò in onda per la prima volta con Corrado e Dora Moroni alla conduzione, inaugurò un vero e proprio genere televisivo: il programma contenitore. Una trasmissione, cioè, che legava insieme momenti diversi di intrattenimento e informazione per molte ore di seguito.
Il successo della formula cambiò per sempre i palinsesti della tv al punto che ancora oggi il daytime quotidiano dei principali canali è costituito da contenitori. Lo spazio della domenica pomeriggio, poi, si è rivelato molto proficuo dal punto di vista della pubblicità, a cavallo della fine degli anni ’90 e i primi del nuovo secolo. Uno spazio che, per investimenti e risorse impiegate per la realizzazione delle trasmissioni, era paragonabile a quello delle prime serate.
Basti ricordare che in quegli anni Quelli che il calcio su Raidue aveva una media del 35%, mentre Buona Domenica su Canale5 e, ovviamente Domenica In, sfioravano entrambe il 20%. Poi si soldi sono finiti (è questo un argomento poco indagato ma che ha molto a che fare con il calo di qualità dei programmi televisivi negli ultimi anni ma, in questa rubrica, rimedieremo) e quindi di tanti è rimasta solo Domenica In, che però è molto diversa dal programma che era in origine. Mara Venier ha attraversato tutte queste stagioni e anche la sua conduzione si è modificata e non poco.
La Venier: da Femme Fatale a Zia Mara
Mara approda al programma per la prima volta nel 1993, al suo fianco Luca Giurato. Negli anni ’80 la Venier è stata un’attrice dalla bellezza provocante. Era stata capace di fare perdere la testa a vari protagonisti dello showbiz dell’epoca, da Jerry Calà a Renzo Arbore. Con quella fama diventa la conduttrice di Domenica In. Negli anni si costruisce una reputazione da “zarina” incontentabile che le costerà anche un primo allontanamento dalla Rai e dalla televisione in generale.
Con alterne fortune rimbalza tra Rai e Mediaset fino al ritorno nel 2019 alla conduzione di Domenica In. Certamente le vicissitudini lavorative l’hanno molto cambiata e oramai si fa chiamare “zia Mara”. Posati i panni della fatalona è diventata una presenza rassicurante, la parente saggia a cui tutti chiedono consigli e riparo.
Domenica In: sono rimaste solo le interviste
Come dicevamo anche il format è profondamente cambiato. Sono scomparsi cruciverboni, interventi telefonici del pubblico da casa, orchestra, momenti di varietà. Il programma è sostanzialmente un susseguirsi di ospiti che vengono intervistati da Mara, anzi da Zia Mara. Sono dialoghi che puntano tutti sull’intimità dell’intervistato.
Ieri ad esempio il primo ospite, Andrea Bocelli, dopo l’inevitabile esibizione al pianoforte, è stato raggiunto dalla moglie Veronica. Tutta l’intervista si è incentrata sul loro rapporto di coppia e sull’importanza che la madre di Andrea ha avuto nel fare decollare la carriera del figlio.
Nell’intimo degli ospiti
Con Alberto Matano poi è stata la profonda amicizia che lega i due conduttori il centro del racconto, con alcune rivelazioni inedite. Tra queste, quella per cui è stata proprio Mara a convincere Alberto e il suo compagno Riccardo a sposarsi, corredata dalle foto del matrimonio. Poi è stata la volta di Gigi Buffon. Ancora la conduttrice ha insistito su quanto siano importanti i rapporti familiari per il portierone, sia con i genitori e le sorelle, sia con il suo “padre putativo” Gigi Riva.
Infine con Nicoletta Mantovani ospite per promuovere un’iniziativa di beneficenza. Ben presto l’intervista si è indirizzata sulla sua storia d’amore con Luciano Pavarotti mostrando anche un commovente filmato inedito in cui il tenore dichiara quanto amasse la sua compagna.
Domenica In: un Late Show di pomeriggio
Tutte le interviste sono corredate da filmati in cui il grado emotivo è molto alto. Scelta delle musiche, immagini dell’infanzia degli intervenuti, dichiarazioni intimistiche. Mara però sa bene quello che fa e ottiene il suo scopo: è sinceramente commovente e mai morbosa fino a scadere nella tv del dolore.
I risultati d’ascolto lo confermano e, anche ieri ha portato a casa il suo 20%. Certo in un altro paese, negli Stati Uniti per esempio, la collocazione oraria di un programma come questo sarebbe la seconda serata. Domenica In nella versione del 2024 è un perfetto Late Show e, probabilmente il suo titolo perfetto sarebbe proprio The Mara Venier’s Late Show ma siamo in Italia, e, da noi, le seconde serate cominciano non prima di mezzanotte, spesso all’una. Relegare a quell’ora un talento come Mara Venier sarebbe davvero criminale.
Che Tempo Che Fa: cambiare fa bene
Anche ieri sera Che Tempo Che Fa ha superato i 2 milioni di telespettatori totalizzando il 10.1%. Ora che le polemiche sul trasferimento di Fabio Fazio sul 9 si sono chetate possiamo provare una riflessione più distaccata sul programma e il suo conduttore. L’impressione è che questo cambiamento ha fatto molto bene a entrambi.
Con i continui attacchi e pressioni che subiva negli ultimi anni in Rai era inevitabile che i contenuti della trasmissione ne venissero coinvolti, quindi spesso interviste e interventi, volenti o nolenti, erano contaminati dalle polemiche che si sviluppavano su giornali e social network. La stessa conduzione di Fazio risultava spesso influenzata dal sentirsi vittima di una “sindrome da accerchiamento”.
La ritrovata libertà di Fazio
Ora sul 9 il presentatore è molto più libero e sembra avere recuperato quella leggerezza che ne ha fatto la fortuna all’epoca di Anima Mia, Quelli che il calcio e i primi due Festival di Sanremo che ha condotto. Un’intervista come quella con Jerry Scotti di ieri sera, divertita e complice, non sarebbe stata possibile prima. Innanzitutto perché Mediaset non avrebbe mai consentito al volto più caratterizzante delle sue reti di andare, anche se in promozione, a Che Tempo Che Fa. E poi anche Fabio stesso che si sentiva un po’ il paladino del servizio pubblico, non sarebbe riuscito a costruire un’intervista che ha giustamente celebrato l’enorme popolarità di Jerry che ha molto contribuito a portare Canale5 alla pari di Raiuno nei gusti del pubblico.
Lo stesso dicasi per la bellissima intervista al Governatore del Veneto Luca Zaia della settimana scorsa. Anche in questo caso la puntualità e la leggerezza con cui sono stati affrontati temi cruciali della politica e la partecipazione divertita dello stesso Governatore sulla Rai non sarebbero state possibili, o comunque avrebbero suscitato vespai di reazioni inutili quanto insensate. In più il fatto che la proprietà del 9 sia di un colosso come Warner Bros rende certamente molto più semplici avere come ospiti personaggi del calibro di Johnny Depp, Zendaya o Whoopi Goldberg cosa che in Rai ormai è solo possibile sognare.
Il TG1 quasi al 30%
Ieri sera l’edizione delle 20 del telegiornale ha sfiorato il 30% (29.9). Vi chiederete il motivo. Non è terminata la guerra Russia e Ucraina, non è stato arrestato Netanyahu, e per fortuna non si è scatenata una nuova catastrofe climatica. Semplicemente Carlo Conti ha comunicato alla nazione i 30 partecipanti alla 75ª edizione del Festival di Sanremo. Che sia questo lo scoop capace di fare salire di quasi dieci punti il TG1 non so se sia una buona o una cattiva notizia, certamente la dice lunga su quale sia il livello raggiunto dall’informazione nel nostro paese.