Benedetta Tv – Jannik Sinner spacca anche sul Nove. La vera regina di Mediaset è Silvia Toffanin con Verissimo

Papa Francesco, ieri mattina dopo l’Angelus, ha invitato a seguire l’intervista che Fabio Fazio avrebbe fatto alla scrittrice e sopravvissuta ai lager nazisti Edith Bruck a Che Tempo Che Fa. Credo sia la prima volta nella storia che un Papa sponsorizzi un programma televisivo. Bisogna dire che questo illustre endorsement non ha avuto chissà quale effetto. Il programma di Fazio ha ottenuto il 9.5% con poco meno di 2 milioni di telespettatori. Buon ascolto, ma niente di eccezionale. La serata l’ha vinta comunque Rai 1 con la terza puntata di Mina Settembre (24.6%). La fiction turca Tradimento su Canale5 non va oltre il 12.8% e Che Tempo Che Fa, dunque, si conferma terzo programma più visto della domenica sera. Niente sorprese.
Il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open porta il Nove oltre il 20%
Le cose notevoli nella giornata televisiva di ieri sono accadute nel daytime. A partire dal mattino. Sul Nove è stata trasmessa in chiaro la finale del torneo di tennis Australian Open. È il primo degli Slam dell’anno, le quattro manifestazioni tennistiche più importanti, che comportano anche alcune variazioni nelle regole con cui si giocano le partite. Per vincere un match è necessario conquistare tre set su cinque, rispetto ai due su tre di tutti gli altri tornei. Il che implica che le partite possano durare molto di più del solito. Ovviamente anche i punti che si possono ottenere e i premi relativi sono molto maggiori rispetto agli incontri normali.

Nella partita di ieri, poi, si fronteggiavano il numero 1 e il numero 2 del mondo, quindi, almeno sulla carta, i più forti tennisti del momento. Ma il motivo di maggior interesse per seguire il match è che uno dei due protagonisti è Jannik Sinner. Non c’è mai stato un tennista così forte in tutta la storia del tennis italiano. Questo “combinato disposto” ha fatto sì che la partita ha sostanzialmente monopolizzato, per le tre ore della sua durata, l’ascolto televisivo del mattino ottenendo il 22.3%. Grazie a questo il Nove è stata la terza rete con più ascolti della giornata.

Le sterili polemiche su un’errata concezione di servizio pubblico
La partita è finita intorno alle 12.30 con il trionfo del tennista originario di San Candido, che è riuscito nell’impresa di rivincere il torneo per il secondo anno consecutivo. Dopo pochi minuti i social network si sono riempiti di post che invece di celebrare la vittoria di Sinner polemizzavano sulla messa in onda della partita. Da una parte chi si lamentava del fatto che fosse andata in onda sul Nove anziché sulla Rai accusando la tv di Stato di essere venuta meno al suo ruolo di servizio pubblico. Dall’altra, gli abbonati Sky che lamentavano il fatto di avere inutilmente sottoscritto un abbonamento quando poi i contenuti venivano mandati in onda in chiaro (come se questo fatto avesse impedito loro di seguire l’evento trasmesso dalla paytv).
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto Sky non c’entra nulla con la decisione di mandare in onda il match in chiaro. I diritti degli Australian Open sono di Discovery, ossia Warner Bros infatti il canale che trasmette le partite è Eurosport. Il colosso americano possiede anche il Nove e, come abbiamo visto, ha avuto le sue buone ragioni per questa scelta. Per quanto riguarda, poi, il ruolo della Rai in questa vicenda il servizio pubblico centra ben poco. Nell’ambito sportivo fare servizio pubblico significa dare voce a tutte quelle discipline che spesso sono tralasciate dai grandi network perché non in grado di garantire grandi ascolti. È un compito che la Rai fa. Forse potrebbe farlo meglio, ma lo fa. Se invece il problema è che pretendiamo che qualunque finale di qualunque sport se prevede un atleta italiano debba essere visibile premendo uno dei primi tre tasti del telecomando arrabbiamoci con la nostra pigrizia, mentale e non, invece che con Viale Mazzini.
Verissimo: pochissima pubblicità fa volare gli ascolti
Certo che se non si è esteticamente superiori alla media a Verissimo non si può proprio partecipare. Le persone intervistate da Silvia Toffanin sono quasi sempre inquadrate in primissimo piano, cosa molto punitiva per chi non ha caratteri somatici da copertina. Infatti, tutti gli ospiti che si susseguono durante il programma fanno parte di quella categoria. Intendiamoci la bellezza paga e ci mancherebbe altro. Anche ieri il programma ha totalizzato il 19.12%. La tenuta di questi ascolti temo che abbia una ragione un po’ più prosastica della bellezza estetica esibita dal programma.

Verissimo parte alle 16 e per la prima ora non c’è alcuna fascia pubblicitaria ad interromperlo. Nel secondo blocco prima della successiva interruzione passano altri 50 minuti. È un unicum in tutta la programmazione televisiva. Solitamente, soprattutto durante il pomeriggio, i segmenti dei programmi tra una fascia di spot e l’altra su Canale 5, non supera mai il quarto d’ora. Spesso anche meno. Come mai Verissimo non sottostà a questa legge insormontabile per tutti gli altri? Non è che lo stato da First Lady di Silvia Toffanin le consenta scelte ad altre sue colleghe precluse? È un cattivo pensiero, ma anche la reverenza con cui gli ospiti si rivolgono alla conduttrice più di un sospetto lo fa venire.