Benedetta Tv-Massimo Gramellini butta via le interviste. Filippo Timi e la banda del BarLume arriva alla stagione 12

Delitti BarLume

La terza puntata di C’è Posta per Te con le storie di Maria De Filippi sfiora soltanto il 30% e si ferma al 29.7. RaiUno con il talent canoro (ma quanti sono ormai? Ci sono molti altri modi di fare varietà in tv qualcuno se lo ricorda?) Ora o Mai Più ottiene il 16.8% perdendo un punto di share rispetto alla scorsa settimana. Questi piccoli cali probabilmente sono dovuti alla presenza di film come Anna Frank: Il Diario Segreto su RaiTre e Schindler’s List su Rete 4 programmati in vista della Giornata della Memoria di domani che certamente hanno drenato almeno un milione di telespettatori rispetto al solito. In Altre Parole su La7 ottiene il 5.9 che non è male. A me però rimangono molte perplessità sul programma e sulla sua conduzione.

Massimo Gramellini: la capacità di interrompere proprio sul più bello

Quello che si fa fatica a comprendere nel programma di Massimo Gramellini è perché interrompa le interviste nel momento in cui si fanno davvero interessanti. Ieri è successo con Corrado Augias invitato per celebrare i suoi 90 anni, con Michela Ponzani mentre raccontava delle lettere che i cittadini scrivono ai Presidenti della Repubblica, con Donato Carrisi sugli abusi sessuali perpetrati per 60 anni nella diocesi di Bolzano. Ma il caso più clamoroso è stato quando il conduttore ha intervistato Martina Pucciarelli, donna cresciuta all’interno della comunità dei Testimoni di Geova che all’età di 29 anni ha abbandonato e su cui ha scritto un libro. È una storia complessa che Gramellini ha mostrato di non possedere appieno (ma l’avrà letto il libro?). Le sue domande infatti sono risultate vaghe e banali. Quando finalmente si è arrivati a qualcosa di interessante e Pucciarelli descriveva la decisione di abbandonare il movimento religioso dopo la nascita del secondo figlio, Gramellini invece di approfondire (quindi ha lasciato il marito? Come ha ricominciato una nuova vita? Ha un nuovo compagno?) Ha chiuso l’intervista lasciando il pubblico a bocca asciutta. Forse pensa così di aumentare l’interesse per il libro ma temo invece che sia più semplicemente un’intervista gestita male.

I delitti del BarLume una bella storia che dura da 12 anni

Da ieri è anche disponibile il terzo e ultimo episodio de I Delitti Del BarLume la serie di Sky ispirata ai romanzi di Marco Malvaldi. Racconta le vicende di un piccolo paese della costa tirrenica e di un barista – detective suo malgrado – aiutato da quattro vecchietti, soprannominati “bimbi”. Sono storie di indagini e delitti ma ricchissime di umorismo. Le prime 9 stagioni si sono sviluppate in 2 episodi, dalla decima in poi in 3. Ogni puntata però è in realtà un film sia per la durata, sempre superiore all’ora e mezza sia per le varie trame che riesce ad articolare. Una delle ragioni del successo è proprio questa. È un prodotto corale in cui i molti degli attori hanno il ruolo dei protagonisti. Il cast del resto è portentoso. Filippo Timi è Massimo Viviani il barista, Lucia Mascino è Vittoria Fusco la commissaria di Polizia, Alessandro Benvenuti è Emo Bandinelli, il leader dei bimbi, Stefano Fresi è il fratello di Massimo, Michele Di Mauro, il questore di Pisa, Corrado Guzzanti il sindaco di Pineta il paese immaginario teatro delle vicende. C’è poi Enrica Guidi che ha debuttato come attrice proprio nella prima serie nel 2013, la Tizzi, personaggio centrale del racconto.

La provincia come punto di vista di spiegazione della realtà

Avere scelto, come punto di vista per raccontare la realtà, la provincia “minima” quella di uno dei tanti paesi disseminati sulle coste italiane consente di vedere gli avvenimenti anche importanti nella misura reale con cui toccano la vita di tutti. Chi scrive la serie è molto bravo nel farlo. In queste ultime puntate, per esempio ci sono due immigrate cinesi di seconda generazione, al centro di uno dei casi, che parlano toscano stretto. Una messa in scena che spiega l’integrazione molto più di qualunque dibattito da talk show. Oppure il tentativo di diventare cantante di Marchino, lo storico cameriere del BarLume interpretato da Paolo Cioni racconta benissimo l’illusione così diffusa di tanti giovani di sfondare con la trap music. I Delitti del Bar Lume è la dimostrazione di come si possano fare serie durevoli e appassionanti senza per forza ricalcare modelli americani o già visti e stravisti.