Benedetta Tv – Meno male che Katia Follesa ha dato energia a una terza serata di Sanremo 2025 un po’ scialba

Benedetta Tv

La terza serata della 75ª edizione di Sanremo è stata un po’ meno scoppiettante delle prime due.  Infatti non riesce a raggiungere il 60% e si ferma al 59.7% (spero si colga l’ironia). I “quattro gatti” come li ha definiti Alfonso Signorini che hanno deciso di seguire il Grande Fratello sono stati 1 milione e 200mila e hanno fatto totalizzare a Canale5 il 7.7%. Non c’è molto altro da dire.

In generale, la serata sanremese è stata un po’ più scarica delle precedenti.  Ha assolto ad alcune formalità finora tralasciate come l’omaggio alle forze armate. Niente cori quest’anno, ma il collegamento con l’equipaggio dell’Amerigo Vespucci. Così come il doveroso endorsement a chi si preoccupa della disabilità con l’esibizione del Teatro Patologico. L’ennesima fiction promossa è stata la nuova stagione di Mare Fuori che forse per sottolineare il titolo si è svolta fuori dal Teatro. Detto questo passiamo subito al mio personalissimo tabellino della serata.

Le pagelle della terza serata di Sanremo 2025: i promossi

  • Brunori Sas

A tutti i cantautori o quasi prima o poi succede di diventare padri e a quel punto scrivono una canzone dedicata al pargolo. Ci sono passati in tanti da Baglioni a Jovanotti, da Vecchioni a Fedez. Stavolta è toccato a Brunori. Il risultato spesso sono canzoni tra le più belle del repertorio dell’artista. L’albero delle Noci ne è la conferma.

  • Katia Follesa

Il palco dell’Arsiton è uno dei più difficili per l’esibizione di un comico. La gran parte della platea è composta o da vip che sono lì per mostrarsi o da discografici interessati solo ai loro artisti in gara.  Katia Follesa, però, è riuscita a conquistare tutti già scendendo dalla scala. Un giusto riconoscimento per un’artista che sa benissimo quanta gavetta ha dovuto fare per arrivare su quel difficilissimo palco.

  • Massimo Ranieri

C’è tanto Tiziano Ferro nella canzone di Ranieri e lui la interpreta da grandissimo professionista qual è. Avrebbe potuto portare un pezzo tradizionale e nostalgico e invece la sua canzone è più moderna di quelle di interpreti molto più giovani di lui.

  • Coma Cose

Cuoricini è una canzone a metà tra i Baustelle e I Ricchi e Poveri ed è un complimento. Non so quante volte ripetano “cuoricini” durante il pezzo, ma certamente abbastanza da cambiarne per sempre l’uso nei prossimi mesi un po’ come “con le mani ciao ciao” de La Rappresentante di Lista. Non è da tutti.

  • Francesco Gabbani

Viva la vita è un bel blues con un testo molto sanremese pieno di buoni sentimenti, ma non retorico. Non sorprendente come Occidentalis Karma ma con i tempi che corrono è già qualcosa. La sua partecipazione al DopoFestival con l’esibizione alla batteria gli merita la lode.

  • Myriam Sylla

La campionessa olimpica di pallavolo è perfettamente a suo agio con Alessandro Cattelan e dimostra di avere doti da intrattenitrice. Una possibilità di carriera una volta che abbandonerà lo sport.

  • Tormento

L’esibizione improvvisata al DopoFestival con il suo pezzo storico Coccinella è valsa la pena di tirare le 2.10 del mattino di San Valentino.

Le pagelle della terza serata del Festival: i bocciati

  • Maria Sole Pollio

Nel 2018 ha partecipato da adolescente a qualche puntata di Don Matteo e poco altro. Oggi si trova a co-condurre PrimaFestival, ma qualunque suo intervento è decisamente meno interessante di quelli dei suoi colleghi Bianca Guaccero e Gabriele Corsi. In modo particolare le (non) interviste. Non riesce mai a non essere banale, oppure come ieri finge improbabili incontri con ospiti importanti come i Duran Duran. Per fare quelle cose lì bisogna avere almeno un po’ di talento comico che invece non la sfiora nemmeno.

  • I bambini prodigio

Ieri ho fatto finta di nulla, ma dopo il saputello sui Festival di Sanremo un commento va fatto. L’esibizione dei bambini prodigio è davvero stucchevole anche perché poi, in realtà così prodigio non sono. Tutti i bambini tendono ad assolutizzare un interesse nell’infanzia e imparare tutto quello che riescono a trovare sull’argomento. Si forse il Festival di Sanremo è un argomento un po’ più curioso dei Pokemon o delle formazioni della propria squadra del cuore, ma non c’è alcuna differenza. Il pianista che ha suonato durante la seconda serata sulle note di Champagne sembrava uno dei tanti che alla sua età si esibisce al saggio finale della scuola di strumento. Se poi oggi ci sono molti meno bambini appassionati di pianoforte rispetto a quarant’anni fa è un problema della società e dei suoi costumi. Non li nomino volutamente per nome per non contribuire a questa malata attenzione nei loro confronti.  Questa sì capace di fare danni a persone che hanno diritto a vivere la loro prima passione per il piacere di farlo, impareranno la competizione e la misura fin troppo presto nel loro futuro.

  • Duran Duran

Spiace dirlo ma Simon Le Bon e compagnisi sono trasformati nella cover band di se stessi. Pronti e degni del palco de L’Anno che Verrà più che di quello del Festival. L’unico momento che ha dato una scossa al pubblico che, diciamo, ha seguito un po’ svogliatamente l’esibizione, è stato l’ingresso di Victoria De Angelis bassista dei Måneskin tra l’altro non su un pezzo dei Duran Duran, ma dei Talking Heads. Appunto una cover band.

  • Tony Effe

I riferimenti musicali come già accennato sono Nino Manfredi e Rugantino.Se poi diamo un’occhiata al testo di Damme ‘na mano si parla di un uomo che lascia sola la donna di domenica perché c’è la partita, si definisce “uomo d’onore”. Insomma un linguaggio direi preboomer. Altro che musica giovane! Anche se forse non così distante dalla cultura maschilistica di cui è stato accusato. Come dice il proverbio il lupo cambia il pelo ma non il vizio. La sfuriata con minaccia di abbandonare il Festival per essere stato “costretto” a togliere una collana, quando anche i bambini sanno che, soprattutto in Rai, non si possono indossare cose che rimandino con evidenza a marchi commerciali non fa che avvalorare la bocciatura.

  • Elettra Lamborghini

A differenza delle sue colleghe per una sera, a parte cambiarsi d’abito non ha fatto molto tolto il minimo sindacale della presentazione delle canzoni. Inutile.

  • Irama

Si presenta vestito da Acquaman ma non mostra alcun superpotere. Canta invece una canzone lagnosetta delle sue senza nessun momento significativo. Poi magari vincerà ma non vuol dire.

  • Il momento con le tre co conduttrici

Più che bocciato è stata piuttosto cringe l’intervista di Conti a Leone, Lamborghini, Follesa sulle loro preferenze in fatto di uomini. Scontatissimo l’esito dell’identikit che ha portato al presentatore. Si poteva davvero fare molto meglio, senza le battute di Follesa sarebbe stato davvero un momento irrimediabile.