Benedetta Tv – Siamo fuori dalla Nations League, ma possiamo consolarci con Sconfort Zone: la nuova serie di Maccio Capatonda su Prime Video

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Nonostante la sconfitta e la conseguente eliminazione della nostra nazionale dalla Nations League, la partita Germania Italia ha raccolto più di 7 milioni di telespettatori raggiungendo il 34.7% di share. Grazie a un secondo tempo in rimonta, che ha tenuto il fiato del pubblico in sospeso fino al fischio finale, con rigori dati e poi tolti. E tutto quello che ne consegue. Grazie però anche alla scarsezza della fiction turca Tradimento che su Canale 5 non va oltre il 13.2%.

Che Tempo Che Fa, invece, supera comunque i 2 milioni di spettatori e totalizza il 9.6% e Le Iene, su Italia 1 fa lo stesso. In una serata così monopolizzata dal calcio possiamo occuparci di un piccolo gioiellino che da qualche giorno possiamo trovare su Prime Video.

Maccio Capatonda: un comico diverso dagli altri

Mi riferisco a Sconfort Zone, ultimo lavoro del comico abruzzese Maccio Capatonda. Per promuoverne l’uscita, la scorsa settimana, è andato ospite in vari programmi tra cui Stasera c’è Cattelan, dove si è presentato completamente nudo con le parti intime coperte da un cartone che simulava la sgranatura dei pixel che si usa per censurare i video. Ha giustificato questa scelta dicendo che in Sconfort Zone, per la prima volta, si era messo davvero “a nudo”. Questo giocare con il senso letterale e figurato delle parole è una delle caratteristiche principali della comicità di Capatonda. I suoi personaggi, da Padre Maronno a Mariottide sono paradossali al limite del demenziale. I suoi finti trailer giocano con i luoghi comuni del linguaggio televisivo, li ribaltano mostrandone i limiti e le aberrazioni. Con Sconfot Zone possiamo dire che è riuscito a superarsi. Per chi fa del continuo alzare l’asticella dell’assurdo la sua cifra di comicità non è un’impresa facile

Una serie finto autobiografica, ma non troppo

Il racconto della serie è incentrato su un momento di perdita di creatività di Capatonda. L’attore, forse anticipando furbescamente il tema di Sconfort Zone, aveva già interpretato se stesso in crisi di ispirazione come vicino di Carlo Verdone in Vita da Carlo 3. Rispettando in pieno il suo stile Capatonda si spinge oltre. Ha un contratto che lo costringe a scrivere una serie, ma non riesce ad avere alcuna idea per realizzarla.

Per questo incomincia una serie di sedute con uno psicologo – guru che, come terapia, lo costringe a superare delle prove che lo costringono a uscire dalla sua “confort zone” per recuperare le condizioni di disagio, secondo il medico, necessarie a riattivare la creatività. I fraintendimenti tra la vita reale di Marcello Macchia (il vero nome di Capatonda) e il racconto di fantasia messo in scena sono continui e ambigui. Francesca Inaudi ricopre la parte della compagna di Capotonda e nel racconto si chiama Myriam, che è il nome della sua compagna reale. Spesso il protagonista si confronta con tre amici: Edoardo Ferrario, Gianluca Fru e Valerio Lundini, che interpretano se stessi. Mentre il personaggio dello psicologo è affidato a uno straordinario Giorgio Montanini altro comico molto amico di Capatonda, che però ricopre un ruolo totalmente di fantasia. 

Sconfort Zone di Maccio Capatonda
Sconfort Zone di Maccio Capatonda – www.7colli.it

Sconfort Zone non mette a nudo solo Maccio Capatonda, ma anche la nostra società

Attraverso le prove che lo psicologo gli impone Capatonda racconta con ferocia molti aspetti della nostra contemporaneità. La fragilità affettiva nelle relazioni, il mondo dello spettacolo, il fascino della violenza, la precarietà del lavoro, i meccanismi della popolarità esaltati dai social, il maschilismo strisciante, ancora troppo presente ma che a volte diventa un alibi, i rapporti irrisolti con i genitori. Tutti questi atteggiamenti hanno un punto in comune, mai citato direttamente, ma mostrato di continuo: il narcisismo. Quell’essere sempre e solo ripiegati su se stessi, pensare che al centro di tutto ciò che accade ci sia l’io. Una posizione ormai così diffusa che ci fa fraintendere la vera realtà delle cose fino a farci smarrire completamente come accade al protagonista della serie.

Un racconto di tragedie che però riesce a farci ridere

Non pensate però di essere di fronte a una serie noiosa e saccente. L’arte di Capatonda è proprio quella di evidenziare senza fare sconti le nostre magagne, ma mentre lo fa ci fa ridere di gusto, anche se ci riconosciamo nelle prese in giro che mette in scena. La costruzione delle puntate poi è sapiente. Ci sono moltissimi colpi di scena inaspettati. Alla fine di ogni episodio c’è un cliffhanfger che ci fa sospettare che le cose non siano esattamente come sono state raccontate fino a quel momento. C’è un doppio, se non triplo, finale al termine della sesta puntata che rende ancora più gustoso il contenuto della serie stessa. Sconfort Zone è davvero una delle cose migliori apparsa in tv in questo 2025. Verrebbe da dire peccato che sia su Prime Video, ma ormai credo sia la normalità.