Benedetta Tv – Stasera tutto è possibile vince e Stefano De Martino mette ancora tutti dietro. Giovanni Floris su LA7: come si cambia per non scomparire

Per la seconda volta consecutiva Stasera Tutto È Possibile fa vincere la gara degli ascolti della serata a Rai 2. Il varietà condotto da Stefano De Martino raccoglie 2 milioni e 100mila telespettatori e ottiene il 13.8% di share. La fiction di Rai 1 Miss Fallaci non va oltre il 12%, anche se in numeri assoluti pareggia con STEP. È superata anche dalla nuova versione disneyana inclusiva che tanto ha fatto discutere de La Sirenetta, che su Canale 5 registra il 12.2% di share.
Al quarto posto La7 con DiMartedì, scelto da un milione e mezzo di spettatori stacca anche Le Iene Show e raggiunge l’8.9%. È un ascolto sostanzialmente doppio rispetto alla media dei talk show di approfondimento. Eppure ieri si è parlato delle solite cose: le esternazioni di Trump, il riarmo europeo, i dazi e l’economia internazionale. Più che capire le ragioni del fascino particolare del programma condotto da Giovanni Floris è interessante capire quali sono i motivi per cui il pubblico non lo trova respingente.

DiMartedì su La7: un programma vecchio con un vestito tutto nuovo
Giovanni Floris può tranquillamente essere definito una vecchia volpe della tv. Si è reso conto, prima di altri, che il talk show basato sul dibattito dove di scontrano posizioni contrapposte ormai non funziona più. Chi continua a mettere al centro dei contenuti il litigio e le urla, quando va bene, ottiene un ascolto vicino al 5% più spesso si ferma al 3%. Così chi oggi sceglie di seguire DiMartedì si trova davanti a qualcosa di molto diverso paragonato alla classica impostazione del programma, versione di La7 del mitico Ballarò.

Invece del dibattito un torneo all’italiana
Floris introduce gli ospiti con un’intervista singola. Li fa reagire agli stessi contributi, i suoi famosi “cartelli” che spesso sono brevi filmati. In un secondo momento li mette a confronto ma due alla volta. Quasi sempre riproponendo di nuovo gli stessi cartelli. Il risultato è che sentiamo ripetere le stesse cose più volte, con un effetto dejà vu, ma almeno le diverse posizioni risultano molto chiare e comprensibili per il pubblico a casa. Agli elementi più “fumantini”, quelli capaci di urlare anche se non c’è nessuno a contraddirli come Maurizio Landini o Michele Santoro riserva solo l’intervista singola, altro segnale che rifugge la lite a tutti i costi.
L’altro esito che Floris raggiunge con questa nuova formula è quello di dividere il programma in segmenti precisi, a volte anche molto brevi. Questo dà un gran ritmo alla trasmissione e favorisce il riutilizzo dei vari spezzoni sui social o sui portali del web.
Il dibattito torna a tarda notte, ma è marginale
Dopo la mezzanotte nell’ultima parte del programma che si chiama DiMartedì più (ottiene comunque un buon 8.1% ma con un milione di spettatori in meno) si torna al vecchio modello, con Floris attorniato da giornalisti e rappresentanti politici (di secondo piano). Si discute di uno dei temi della puntata. Ieri la questione del riarmo europeo decisa da Ursula Von DerLeyen. Non appena il dibattito si è scaldato un po’ e i toni si stavano alzando Floris ha interrotto aprendo un collegamento con una giornalista della redazione per degli aggiornamenti. Ma in studio non si è tornati più, il conduttore ha salutato dando l’appuntamento a martedì prossimo. Alé.