Benedetta Tv – Storie italiane: la tv del sentito dire
Prima serata al ribasso dal punto di vista degli ascolti ieri sera. La fiction di Raiuno Vincenzo Malinconico perde un punto, quella di Canale5 Tradimento lo guadagna. Le Iene su Italia1 ne perde due e Che tempo che fa sul 9 ne guadagna 3, ma nessuno va oltre il 16%. Dunque per cominciare la settimana oggi ci occupiamo di come cominciano la giornata le due principali reti generaliste Raiuno e Canale5 e le loro conduttrici di riferimento Eleonora Daniele e Federica Panicucci.
Un argomento per due: La cronaca nera
L’argomento principe con cui si confrontano le due conduttrici è la cronaca nera e qui emerge la prima importante differenza. Federica Panicucci nella seconda parte di Mattino Cinque, si occupa di un caso principale e grande spazio viene dedicato al resoconto dei fatti. In base a questi comincia una ricostruzione minuziosa da parte della conduttrice e dei suoi ospiti in studio. L’universo di riferimento è la fiction americana e la Panicucci riassume il caso come se stesse facendo la sinossi della puntata di una serie crime. Se non ci sono sviluppi sostanziali nelle indagini, il racconto si interrompe e viene rinviato a un prossimo appuntamento in attesa del finale. In Storie Italiane, Eleonora Daniele presenta invece più storie, ma in una prospettiva totalmente diversa.
Storie Italiane: i fatti come pretesto
Mentre a Mattino Cinque c’è il tentativo di dare una nuova narrazione agli episodi di cronaca nera per farli assomigliare alla fiction di genere, Eleonora Daniele utilizza delitti e aggressioni come pretesto per discutere con i suoi ospiti di temi ansiogeni come la sicurezza, il bullismo, le famiglie disfunzionali. Quasi sempre parla di avvenimenti ancora non chiariti nella loro dinamica. Le espressioni più ricorrenti sono «forse… si dice che… non è ancora chiaro ma…». Giornalisticamente non è esattamente la condotta più corretta. Su questi “si dice” scatena la discussione dei suoi ospiti che, dal momento che non è basata su fatti reali ma supposizioni, è densa di luoghi comuni. Non appena ritiene che se ne sia parlato abbastanza interrompe chiunque stia parlando e appellandosi alla mancanza di tempo passa alla storia successiva.
L’approssimazione come cifra stilistica
Questa modalità di comunicazione, ovviamente senza il clima angoscioso, la conduttrice di Raiuno la applica anche nella seconda parte di Storie Italiane dedicata allo spettacolo. Si capisce da subito che non sono argomenti che le interessino e, per questo, si circonda di persone in grado di parlarne. Ogni volta che interviene fa gaffe e dimostra la sua poca competenza: confonde i nomi dei personaggi, sbaglia collegamenti e date. Ma non importa quello che conta è provocare i suoi ospiti, magari proprio per correggerla, a raccontare qualche aneddoto piccante o retroscena insolito. Nel caso in cui, come oggi con Daniele Pecci, si trovi a gestire un’intervista a tu per tu, la banalità delle domande è disarmante, ma, soprattutto, sono totalmente generiche andrebbero bene per chiunque: «se tornassi indietro rifaresti tutto?», «hai dei sogni ancora da realizzare?». Il vertice però l’ha raggiunto quando dopo un’insensata domanda sul rapporto con i suoi figli (non introdotta da alcun riferimento alla sua vita familiare) la Daniele ha chiesto «Sei geloso?». L’attore dopo un istante di imbarazzo ha risposto «di chi? Dei miei figli?». Ci sarebbe stata bene una risata ma invece l’algida conduttrice è passata, come se nulla fosse all’inutile domanda successiva.
Alla fine ogni giorno Mattino 5 ottiene uno o due punti in più di Storie Italiane. Questa approssimazione sistematica si paga, nonostante ci siano alcuni aspetti della conduzione di Federica Panicucci non proprio accattivanti. Come l’essere illuminatissima rispetto ai suoi ospiti in studio nello stile reso celebre da Barbara D’Urso, o la sua insopportabile velocità di parlantina, caratteristica fastidiosa già quando faceva la dj in radio di cui non è riuscita a liberarsi nel corso degli anni.