Benedetta Tv – Tony Effe protagonista a Sanremo, ma non a Capodanno
Sarà Sanremo, lo speciale di Raiuno dedicato alla presentazione dei Big che si sfideranno dal 11 al 15 febbraio sul palco dell’Ariston, ha vinto la serata. Gli è bastato poco: il 15%. Su Canale5 è andata in onda la seconda parte del concerto celebrativo dei 30 anni di carriera di Andrea Bocelli. Dei difetti e della freddezza di questo prodotto ci siamo già occupati e, infatti, l’ascolto è calato rispetto alla scorsa settimana e ha totalizzato il 12.4%.
L’anno scorso anche Amadeus aveva condotto una serata speciale di presentazione del festival. Carlo Conti, anche se di poco, è riuscito a fare meglio (il programma nel 2023 aveva raggiunto il 14.4%). Potremmo dire che nel primo confronto tra i due, che è il vero tema del Sanremo di quest’anno, Carlo Conti se l’è cavata egregiamente. Cerchiamo però di capire un po’ meglio cosa è accaduto ieri sera, perché dal punto di vista televisivo Sarà Sanremo ha mostrato una serie di cortocircuiti che vale la pena sottolineare
Sarà Sanremo: la doppia conduzione un’arma a doppio taglio
Prima di tutto un’osservazione sulla sigla. È stata costruita sulle prime tre note di un pezzo celeberrimo vincitore del festival nel 1987, Si Può Dare Di Più. Una canzone che ha ottenuto un tale successo che è diventata un luogo comune. È stata utilizzata tantissimo, come jingle a sottolineare tutte le fasi del programma. Vi ricordo un verso: “Si può dare di più senza essere eroi”.
Potrebbe essere una bella chiave per interpretare lo spirito del prossimo Festival. Il tipo di conduzione di Carlo Conti, invece, è tutt’altro che eroica. Ha fatto della moderazione la sua cifra, è essenziale, veloce, sempre in controllo. È proverbiale il suo categorico rispetto dei tempi. Ieri Sarà Sanremo ha chiuso a mezzanotte e zero sei, Amadeus era andato fino all’una e diciassette. È uno stile che garantisce un grande ritmo alla trasmissione ma le toglie non poco a livello emotivo. Vedremo se e quanto questo peserà a febbraio.
Lo speciale di ieri sera prevedeva una doppia conduzione. Carlo Conti è stato affiancato da Alessandro Cattelan con il compito di gestire una mini gara per scegliere quali giovani saliranno sul palco dell’Ariston per contendersi il ruolo di nuova proposta. Il primo e più palese effetto è stato quello di invecchiare molto il presentatore toscano agli occhi del pubblico. Cattelan e Carlo Conti sono molto simili nel modo di condurre. Anche Cattelan è veloce e in controllo, ma ha molto più senso dell’umorismo rispetto al collega e, soprattutto, doti da improvvisatore. Sono convinto che avesse gestito lui la presentazione dei big non si sarebbe lasciato sfuggire forse il più importante cortocircuito mediatico che è avvenuto, o per meglio dire, sarebbe potuto avvenire ieri sera.
Il caso Tony Effe
È da due giorni che non si parla d’altro (ovviamente negli argomenti più leggeri) che dell’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma da parte del Comune. Un’esclusione che ha provocato il ritiro degli altri due musicisti che avrebbero dovuto condividere il palco del Circo Massimo, Mara Sattei e Mahmood. I due artisti hanno rinunciato per protesta verso quella che ritengono una censura. Senza entrare nel merito della querelle il problema è tosto. Sarà difficile trovare qualcuno che si esibisca nella notte di San Silvestro nella Capitale. Non solo perché siamo ormai al 19 dicembre e i migliori artisti saranno ormai impegnati per quella data (i cachet di Capodanno possono essere anche cinque volte superiori a quelli per una serata normale). Il mondo dei musicisti è solidale quasi come quello del calcio e difficilmente qualcuno accetterà di sostituire un collega “censurato”.
Insomma è la notizia del giorno e lo conferma quanto i social se ne stiano occupando. Tony Effe è tra i big che parteciperanno al festival e tu conduttore fai finta di nulla? E sì che persino il titolo della canzone che canterà a Sanremo era un invito a nozze: Damme ‘na mano. Sarebbe bastata anche solo una battuta tipo “eh certo direi che in questi giorni ne hai proprio bisogno”. E invece niente! Sono certo che Cattelan al posto di Conti si sarebbe comportato diversamente. Chissà se durante Sanremo, nel caso di ascolti in calo, il conduttore del Dopofestival non venga chiamato a un ruolo più importante per provare a salvare la baracca…
Siamo sicuri poi che quella sfilata (perché di questo si è trattato con le mise dei cantanti protagoniste più che altro) che si concludeva con l’annuncio del titolo della canzone sia stata la cosa più opportuna per promuovere la 75ª edizione del Festival? Quando Fedez ha rivelato che il suo brano Battito è una canzone che parla di una donna il cui vero nome è “depressione” ci è davvero venuta una voglia irrefrenabile di ascoltarla?
NY Canta: l’ultima spiaggia
Vi voglio dare conto di un ultimo cortocircuito che ha caratterizzato la serata di ieri. Nell’ultimo decennio i talent show canori si sono moltiplicati. Amici, X-Factor, The Voice, tanto per citare i più noti, sono le fonti della maggior parte dei nuovi cantanti di successo della scena musicale. Sanremo è un po’ diventata la Champions League della canzone italiana. Il palcoscenico più prestigioso in cui si misura la crème dei talenti musicali. Sarà Sanremo ne è stata la testimonianza. La stragrande maggioranza dei partecipanti, compresi i giovani che si sono esibiti in gara, vantava partecipazioni a un qualche talent, al punto che è stato sottolineato chi, al contrario, non lo aveva mai fatto.
Finito il programma è andata in onda nella notte di Raidue la finale di NY Canta, l’ennesimo talent show, sempre per cantanti italiani, che si svolge però a New York, per essere più precisi in un grande teatro di Brooklyn l’Oceania. Qui un Pupo in gran spolvero presentava giovani cantanti italiani al pubblico italoamericano presente in teatro e a una giuria presieduta da Marino Bartoletti tra cui spiccavano Nek e Francesco Renga. L’impressione è che sia l’ultima occasione per tutti quelli che sono stati rifiutati dai talent show più celebri. Come a dire, “non scoraggiarti anche se non ti hanno preso ad Amici o X-Factor puoi provare da noi, qui un pubblico pronto a ricoprirti di applausi solo per il fatto che sei italiano lo troverai sempre, e magari poi, con il tempo, calcherai palchi migliori”.