Blitz antimafia a Latina e Aprilia, la ‘Ndrangheta sul litorale: 8 arresti
Un’operazione su vasta scala ha scosso all’alba di oggi i territori di Latina, Aprilia e altre località in tutta Italia. Coordinati dal Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Roma, i carabinieri hanno eseguito un’importante ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma. Otto persone sono state arrestate. Sei finite in carcere e due agli arresti domiciliari. Tutte gravemente indiziate di far parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso.
Blitz dell’antimafia tra Latina e Aprilia
Le accuse spaziano dall’estorsione all’usura, dalla detenzione e porto abusivo di armi all’intestazione fittizia di imprese e cariche sociali. Un complesso intreccio di attività illecite che, secondo gli inquirenti, punta a consolidare la presenza della ‘Ndrangheta nel tessuto economico e sociale del litorale pontino.
L’indagine, sviluppata tra il 2021 e il 2024, rappresenta il proseguimento naturale delle attività investigative che, lo scorso luglio, hanno portato allo scioglimento del Comune di Aprilia e alla nomina di un Commissario Prefettizio.
Un’organizzazione mafiosa radicata sul litorale
Al centro dell’inchiesta, un’associazione criminale con radici profonde nel territorio di Aprilia e nelle aree limitrofe. Gli investigatori hanno documentato episodi inquietanti, come il rinvenimento di ordigni esplosivi piazzati contro una società operante nel settore dei trasporti. Questi atti intimidatori sono il segnale evidente del controllo che l’organizzazione cercava di imporre sulle attività economiche locali.
L’indagine ha svelato un sistema ben organizzato per riciclare i profitti illeciti. Due società con sede a Latina e Aprilia, formalmente intestate a prestanome, erano di fatto gestite dal clan. Le aziende, attive rispettivamente nel settore della ristorazione e nella produzione di profilati plastici, sono state sottoposte a sequestro preventivo con l’obiettivo di una futura confisca.
Profitti per finanziare il sistema mafioso
I guadagni derivanti dalle attività criminali non si fermavano solo al reinvestimento in nuove imprese. Parte dei fondi veniva utilizzata per finanziare le spese legali dei membri del clan già colpiti da provvedimenti giudiziari. A dimostrazione della solidità e della coesione interna dell’organizzazione.
Le indagini hanno portato alla luce la figura di un promotore latitante, strettamente legato a una cosca ‘ndranghetista del mandamento reggino. Accanto a lui operavano altri affiliati che ricoprivano ruoli di vertice e che oggi si trovano a fronteggiare ulteriori misure restrittive.
Perquisizioni e sequestri in corso
Mentre gli arresti venivano eseguiti, le forze dell’ordine hanno avviato una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati. Parallelamente, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina, insieme alla Squadra Mobile della Questura locale, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo delle due società legate al clan. L’obiettivo è smantellare ogni supporto economico e logistico che possa alimentare ulteriormente le attività mafiose.
L’operazione odierna rappresenta un colpo significativo nella lotta alla criminalità organizzata sul territorio pontino, evidenziando ancora una volta la pervasività della ‘Ndrangheta e la sua capacità di infiltrarsi nei settori strategici dell’economia locale. Gli investigatori continuano a lavorare per accertare ulteriori responsabilità e per spezzare definitivamente la rete mafiosa che ha messo radici in queste zone.