Ma se tra Bonaccini e Schlein votano in pochi nei gazebo…
Ovviamente le tifoserie si contrappongono e ognuna dà i propri numeri, ma privatamente tutti sembrano pronosticare Stefano Bonaccini avanti a Elly Schlein. Le primarie del Pd, con i gazebo di domenica prossima, dovrebbero sancire la vittoria del governatore dell’Emilia Romagna sulla sua concorrente, già vicepresidente della stessa regione.
Ma non è una sfida che davvero può attrarre milioni di italiani, perché delle sorti di un partito passato dalla vocazione maggioritaria a quella suicida ben poco interesserà agli italiani.
La sfida Bonaccini Schlein alle primarie
Lo hanno testimoniato anche le recenti elezioni regionali. Estremismo verbale a tutto spiano, contenuti politici zero.
Ormai si discute solo di alleanze, che pure sono importanti, ma non si spiega su cosa se non contro il nemico di destra.
Della Schlein si sa che sogna una sinistra radicale che poco si confà con Calenda e soci; Bonaccini vuole il partito tranquillo pronto ad allearsi con tutti ma anche qui senza far capire che Italia vuole, oltre gli slogan.
L’unico fatto positivo delle primarie, e che va riconosciuto con onestà, è la partecipazione popolare. Quella degli iscritti innanzitutto: se è vero che hanno votato in 150mila giù il cappello, anche se nel passato erano di più. Ma in tempi di astensionismo rispetto alla politica la cifra resta di tutto rispetto.
Se votano in pochi vincono le correnti
Ma la curiosità la destano i gazebo: in quanti parteciperanno alla sfida tra Bonaccini e la Schlein? Anche dalla platea di votanti non iscritti si comprenderà se il Pd ha ancora qualche chance di attrattività elettorale.
E suscita curiosità il fatto che nessuno voglia sbilanciarsi sui numeri. Ma se si affida la scelta del leader alla “gente”, bisogna che ve ne sia tanta. Altrimenti resta solo un esercizio di militanza a cui farà seguito l’inevitabile conta correntizia. Davvero poco per tornare ad entusiasmare un popolo stanco di cambiare quasi ogni anno il proprio segretario di partito.