Bonus affitto, disastro capitale. Il Comune ne paga uno su tre
La gestione del ‘bonus affitto’ a Roma assomiglia sempre di più a un mezzo disastro. Eppure i soldi per questa misura a sostegno delle fasce più deboli della popolazione ci sarebbero pure. Ma la burocrazia del Campidoglio procede da oltre un anno al ritmo di una lumaca. Così mancano ancora oltre 400 domande da esaminare, di quelle presentate tra marzo e aprile 2020. Mentre il bonus relativo al 2019 è addirittura fermo al palo. L’assessora competente Valentina Vivarelli ha parlato di un lavoro eccezionale, fatto dal dipartimento e dagli uffici. Ma lo stesso responsabile dell’emergenza abitativa Stefano Donati, sentito in commissione, ha parlato di un numero insufficiente di personale addetto a queste pratiche. Cosa che sembra confermata dalla scelta dell’amministrazione, di rivolgersi a società esterne. Per iniziare (sic!) a lavorare le domande del 2019.
In totale, per il bonus del 2020, quello relativo all’emergenza covid, la disponibilità nelle casse del Campidoglio è di circa 12 milioni di euro. Le domande arrivate sono 50 mila, e il 40% sono state escluse. Delle altre 30 mila, ne sono state pagate 14 mila e rotti. Con 16 mila famiglie che ancora aspettano da un anno la erogazione di questa misura di sostegno. I 15 milioni del 2019 invece sono proprio fermi, con le pratiche nemmeno lavorate. Assurdo.
Bonus affitto e case popolari, per il Campidoglio ritardi e polemiche
Per avere 80 euro di contributo all’affitto si aspetta oltre un anno
Attese infinite quindi. Per vedere erogato il ‘bonus affitto’ del quale si avrebbe pieno diritto. Una lentezza burocratica ancora più grave, perché coinvolge fasce di popolazione in estreme difficoltà economiche. Che avrebbero bisogno di aiuti subito, e non a distanza di mesi. Ma dopo tutto il tempo passato ad aspettare, a quanto hanno effettivamente diritto le famiglie meno abbienti che hanno visto accolta la loro domanda? La risposta arriva da una serie di interrogazioni presentate dalle opposizioni. E da un accesso agli atti ‘faticoso’. Come lo ha definito il deputato e capogruppo di Leu in Campidoglio Stefano Fassina. La cifra che si ricava dividendo i soldi per il numero di domande accolte è di appena 80 euro. Per i soli tre mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Per chi comunque si fosse trovato nelle condizioni di indigenza previste dalla legge. Senza reddito, o con una contrazione dello stesso superiore al 30%. E se le colpe della lentezza nel lavorare le pratiche sono tutte dell’amministrazione Raggi, le risorse insufficienti sono da addebitare al governo. Così adesso, oltre a chiedere finanziamenti adeguati nel prossimo Decreto Sostegni in esame al Senato, si affaccia la proposta di dare direttamente all’Agenzia delle entrate l’onere della erogazione del bonus. La domanda è, saranno più rapidi del comune di Roma? Intanto tra ritardi e burocrazia, decine di migliaia di famiglie incolpevoli rischiano lo sfratto. Succede anche questo, in tempi di pandemia, nella Capitale d’Italia guidata dal M5S.
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