Bruno Vespa contestato sul treno: ‘Sei un professionista della disinformazione’, il giornalista Rai sbotta (VIDEO)

Bruno Vespa contestato sul treno

Prima una richiesta banale, quella di fare una foto insieme per immortalare il momento. E fin qui niente di male. Ma la ‘foto’ era solo una scusa per avvicinarsi a lui, al giornalista Bruno Vespa, e attaccare e contestare il suo lavoro. Matteo Gracis, il fondatore del giornale L’Indipendente che sui social si descrive come pensatore libero, ha incontrato Vespa, volto noto di Porta a Porta, sul treno. E così gli ha chiesto una foto, poi lo ha etichettato come uno dei professionisti sì, ma secondo lui della disinformazione.

Bruno Vespa si è mostrato inizialmente gentile, ha risposto educatamente alla richiesta di fare lo scatto, poi quando ha capito tutto ha esordito con un: “Ma vada a fare in cu**”.

La contestazione a Bruno Vespa sul treno, cosa è successo

E’ stato lo stesso Gracis, che si batte per un giornalismo libero e indipendente, a pubblicare il video sul suo profilo social, seguito da oltre 210 mila followers. Nessuna foto, il giornalista ha iniziato a registrare e a ‘scontrarsi’ con il modo di fare di Vespa. “Un professionista della disinformazione, del giornalismo che è megafono della voce dei padroni, della propaganda delle istituzioni” – ha detto. E la risposta di Vespa, da anni ideatore e conduttore del programma di successo Porta a Porta, non si è fatta certo attendere: “Ma vada a fare in c***”, poi ha invitato il contestatore ad andare via.

Poi Gracis ha continuato a registrare e a spiegare i suoi motivi. “Eccolo qui, Bruno Vespa uno dei più noti rappresentati responsabili dell’informazione spazzatura in Italia. L’ho disturbato, è vero, ma la mia contestazione è stata educata, civile, del tutto pacifica, senza insulti e alcun gesto aggressivo. Mi sono scusato per l’incursione. Ritengo giusto e importante esternare a questi soggetti, abituati a gente che chiede autografi e selfie, il proprio dissenso. I danni causati da pennivendoli simili, per me, sono incalcolabili: decenni di propaganda, di giornalismo sensazionalistico, di distrazioni di massa, che hanno rincoglionito e lobotomizzato generazioni di italiani. Mi sembrava il minimo”.

Il video ha fatto il pieno di like, è stato condiviso da migliaia e migliaia di cittadini. E sembrano essere in tanti a concordare con Gracis, che ha ricevuto attestati di stima da molti suoi seguaci.