“Business” dei furti a San Pietro durante l’addio al Papa: borseggiatori scatenati

Borseggiatori San Pietro

Si sono spostati dalle metro a piazza San Pietro, senza comunque abbandonare i mezzi di trasporto. Mentre migliaia di fedeli affollano la piazza per rendere omaggio a Papa Francesco, scomparso la mattina di Pasquetta, c’è chi approfitta del dolore e della distrazione collettiva per fare bottino. I borseggiatori, vera piaga di Roma, si infiltrano tra la folla silenziosa, mettendo a segno un colpo dopo l’altro.

A lanciare l’allarme è stato Simone Carabella, anche lui in questi giorni “in trasferta” dalle stazioni delle metro A e B fino a via della Conciliazione e alla Basilica di San Pietro, Carabella, ormai volto noto per i romani, ha documentato in diretta sui suoi canali social la presenza di gruppi organizzati pronti a “ripulire” pellegrini e turisti. “Una vergogna”, ha scritto in un video diventato virale, “San Pietro è invasa da ladri seriali. Oggi non faranno più un soldo con me qui”.

Roma blindata per l’addio a Papa Francesco: mezzo milione di persone in arrivo, città in tilt

Borseggiatori organizzati meglio dei pellegrini

I borseggiatori sono organizzati meglio dei pellegrini. E in questi giorni sembrano essere aumentati, così come turisti e pellegrini. Sono infatti ovunque: principalmente a San Pietro, ma anche alle fermate e a bordo delle metro e dei bus. “Con la morte del Papa i ladri in metro sono triplicati”.”, racconta Carabella. “Anche latinos pericolosi”. Agiscono solitamente in gruppo, accerchiando la vittima e, nel contempo, garantendosi la via di fuga nel caso dovessero essere scoperti. I furti avvengono a ripetizione lungo le transenne e nei pressi dei varchi di accesso alla Basilica. La tecnica è sempre la stessa, quella adottata anche sulle metro: un drappo colorato, una spinta “accidentale” e mani esperte che sfilano portafogli, cellulari e oggetti di valore.

Carabella racconta di aver assistito personalmente a un episodio sconvolgente: “Tre donne rom sono riuscite a sfilare 500 euro a un missionario venuto da lontano. Avevano foulard colorati e si confondevano tra la folla. Ma io ho visto tutto”. Dentro la basilica, invece, un borseggiatore “armato” di giubbotto poggiato sulle braccia incrociate davanti, per coprirgli il movimento delle mani. Cappellino con visiera in testa, per non farsi riconoscere dalle telecamere, ha tampinato un turista, pronto a cogliere il momento giusto per sottrargli il portafogli.

E così Carabella, insieme ad altri volontari, ha deciso di pattugliare l’area giorno e notte, anche in vista dell’afflusso record previsto fino a sabato. A unirsi alla sua “ronda morale” anche il noto attivista romano soprannominato “Serpico”, già impegnato in passato in attività contro la microcriminalità nelle stazioni e nei quartieri più sensibili della capitale. “Vigileremo fino ai funerali. Miserabili”.

Morte Papa Francesco, selfie al posto delle lacrime: quando l’ipocrisia prende il sopravvento

Maggiori controlli

Nonostante l’evidente presenza di forze dell’ordine e telecamere, i borseggi continuano. E a farne le spese sono proprio i più vulnerabili: anzianituristi stranieri e gruppi religiosi. La tensione è palpabile, con molti utenti sui social che chiedono l’intervento diretto del Viminale e un rafforzamento del presidio nella zona Vaticana.

C’è chi parla apertamente di “business della disperazione”: i ladri sanno che in fila per entrare nella Basilica c’è gente stanca, commossa, spesso con pochi riflessi attivi. “È il momento perfetto per colpire”, ha scritto un utente su Facebook, allegando la foto di una donna in lacrime a cui è stato rubato il borsello.

Il rischio, ora, è che l’immagine di Roma venga offuscata da questi episodi ignobili. I pellegrini arrivati da tutto il mondo meritano di vivere questo momento storico nella massima sicurezza e con il rispetto dovuto a un evento così delicato. Perché mentre il dolore unisce, i soliti ladri ne approfittano.