Calcio, sos delle società giovanili. Cochi-Rocca (FdI): “Serve una riforma”

Ostiamare

A Roma “aumenta il divario tra società sportive professionistiche e settori giovanili delle associazioni sportive dilettantistiche”. Lo affermano in una nota il consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, Federico Rocca e Alessandro Cochi responsabile del Dipartimento Sport della Federazione Romana di Fd’I.

Alessandro Cochi

Il caso

“Le attuali riforme e disposizioni della Figc in campo nazionale non aiutano gran parte delle squadre, soprattutto le più piccole iscritte alla lega nazionale dilettanti dei singoli comitati regionali sparsi per l’Italia – spiegano -. Si aumenta, sbagliando ancora, il divario tra società sportive professionistiche che anche grazie alle loro Accademy continuano a penalizzare vivai e settori giovanili delle associazioni sportive dilettantistiche. Di questo passo – proseguono – non ci saranno più le cosiddette squadre di quartiere che anche per tanti professionisti hanno rappresentato il punto di partenza”.

A rischio le giovanili

“Hanno eliminato i premi preparazione sui giovani – sottolineano Rocca e Cochi à – dandogli così la possibilità di allenarsi in squadre professionistiche ma è necessario che la Figc introduca dei premi ad esordio in serie A-B-C per le squadre Lnd che li hanno formati e fatti crescere seguendoli dall’inizio. Le scuole calcio le fanno gli enti di promozione sportiva e non più la singola Federazione, quindi non ci si può lamentare se le scuole calcio sotto casa chiudono perché non hanno il coraggio di chiedere mille euro per far giocare un figlio”.

“Serve riformare”

“E’ giusto riformare – concludono -, ma nell’ottica di migliorare e per permettere alle associazioni sportive dilettantistiche di continuare a vivere, soprattutto alla luce delle tante difficoltà che stanno vivendo dopo la pandemia Covid, a partire dall’aumento delle utenze e dei costi di gestione e del costo del lavoro definito sportivo, fino ad arrivare alla concorrenza molto spesso sleale dei grandi gruppi e, per finire, ai mancati o irrisori incentivi. Questo è necessario per far sì che lo sport sia accessibile a tutti”.

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