Calenda sindaco terrorizza Zingaretti. E anche Sassoli non scende in campo

La possibile candidatura del leader di Azione Carlo Calenda a sindaco di Roma sta creando un vero e proprio tsunami nelle fila del Partito Democratico. Che si sta dividendo proprio in queste ore tra favorevoli e contrari. Anche se nessuno dice un no esplicito. Ma chi non digerisce l’ipotesi, invita comunque Calenda a confrontarsi in primarie aperte. Nel caso in cui la sua candidatura fosse davvero in campo. Il più spiazzato in tutto questo trambusto, sembra proprio essere il Segretario dem e governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Che ovviamente non vede bene il fatto che un ‘fuoriuscito’ venga a togliere le castagne dal fuoco in un PD che non trova il nome giusto per Roma. E che tra la Cirinnà che sfida tutti e presidente del Parlamento europeo Sassoli che dice no grazie, appare più che mai confuso e diviso. Per non parlare poi della partita con i 5Stelle, che almeno nella parte più ortodossa continuano a proporre la Raggi come candidata di coalizione. O di bandiera, se dovessero restare soli sul nome della sindaca uscente. Se si considerano anche i ‘rumors’ che vorrebbero Zingaretti presto al governo e il voto anticipato anche in Regione, la maionese rischia di impazzire. E a sinistra c’è il rischio di combinare una bella frittata.

Carlo Calenda scatenato. Azione vola e lui sfotte Raggi e grillini

Sindaco di Roma, il PD è in alto mare e Sassoli dice no a Zingaretti. La Cirinnà e Calenda festeggiano

Sembra che Zingaretti avesse a lungo accarezzato l’idea di poter calare la carta Sassoli. Proponendo il Presidente del Parlamento europeo come alfiere del centrosinistra per le elezioni a Roma nella prossima primavera. Ma lo stesso giornalista si è affrettato a tirarsi fuori da questa insidiosa contesa. Il futuro è in Europa, ha dichiarato lo stesso Sassoli. Ringrazio della considerazione, ma la mia candidatura e’ fuori discussione. E così ad oggi l’unica candidata ufficiale sul fronte Dem in campo rimane Monica Cirinnà. Che chiede a gran voce le primarie di partito, per contarsi e decidere. Ma Carlo Calenda incombe. E anche negli ambienti del Nazareno, non mancano i suoi estimatori. Si parla ad esempio dell’ex ministro Castagnetti.  Che sul punto è stato molto esplicito. La candidatura di Calenda a Roma per il PD sarebbe una benedizione, ha dichiarato l’ex ulivista. E intanto il protagonista risponde su twitter e se la gode. Ma come queste primarie non erano fondamentali, cinguetta dal suo profilo social. Ao’, PD! E sembra davvero che a vedere i suoi ex compagni di partito che si azzuffano sul suo nome Carlo Calenda si stia divertendo da matti.

Tra gli sponsor del leader di Azione anche il sindaco di Bergamo Gori. Ma la Cirinnà lo attacca, visto che ti senti un gigante partecipa alle primarie

I Dem si stanno sempre più dividendo tra favorevoli e contrari a una possibile candidatura a sindaco di Roma di Carlo Calenda. Così l’ok verrebbe da Base riformista, la componente del PD che raccoglie molti ex renziani. A pronunciarsi è Giuseppe Fioroni, Calenda è il candidato più autorevole. Il Partito non indugi. Ma subito scende il campo Enzo Foschi, zingarettiano e vice segretario del Lazio. Io non lo voterei, ma se sarà scelto alle primarie sarà il candidato di tutti ha dichiarato un Foschi al vetriolo. Se invece dovesse decidere di candidarsi a prescindere farà solo un grande favore alla destra. E anche Monica Cirinnà lo sfida ufficialmente. Visto che si sente un gigante e noi saremmo i nani, lo invito a confrontarsi e a contarsi alle primarie. Con un PD ridotto così, Calenda rischia di giocare al gatto col topo. E infatti sempre dai social fa sapere, io scendo in pista solo se non trovano un nome autorevole. Ma un pregio almeno alla mia candidatura bisogna riconoscerlo. Impedirebbe la saldatura dei Dem con la Raggi. Quando si dice smorzare i toni. Se continua così, nei prossimi mesi nel campo della sinistra romana ne vedremo delle belle.

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