Camorra Capitale: dalle intercettazion il boss Michele Senese “aveva in pugno Roma”
Più che mafia criminale, camorra criminale. Il blitz all’alba nella Capitale svela la brutale verità. La camorra a Roma domina incontrastata. ”Capo indiscusso della malavita romana”, ”capo di Roma” o ”il boss della Camorra romana!….Comanda tutto lui!”. E’ così che viene definito Michele Senese da alcuni componenti delle organizzazioni criminali che convergevano sotto il suo cartello della droga in alcune intercettazioni dell’indagine ‘Operazione alba tulipano’, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Roma in cui sono state arrestate 28 persone. Le accuse vanno dal traffico di droga, alla detenzione di armi, alle estorsioni e al tentato omicidio, reati aggravati dal metodo mafioso.
Così la camorra controlla Roma
I suoi ‘sodali’, spiegano gli investigatori, ”a lui si rivolgono con deferenza per riferire circa il loro operato, per ottenere interventi finalizzati a dirimere controversie con altri malavitosi, per ottenere autorizzazioni ad assumere iniziative di varia natura e a lui forniscono somme di denaro chiaramente provento di delitto’.
Il blitz di questa mattina è stato condotto dai carabinieri nelle province di Roma, Napoli e Rovigo, dai Carabinieri del comando provinciale di Roma che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale procura distrettuale, nei confronti di 28 persone, 24 in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Sono ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, lesioni personali gravissime, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, reati, per la maggior parte, aggravati dal metodo mafioso.
Chi è Michele Senese
Il provvedimento trae origine dall’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, nel periodo tra settembre 2011 e aprile 2015, che ha consentito di riscontrare l’operatività di una strutturata organizzazione criminale, capeggiata da Michele Senese, coinvolto ininterrottamente a Roma in varie attività illecite, tra le quali, il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, le estorsioni, i reati contro la persona. Originario di Afragola, detto ‘O pazz, il boss della Camorra si è trasferito a Roma dagli anni ’80.
L’inchiesta, che ha portato al provvedimento di oggi ha consentito di monitorare la fase di riorganizzazione dell’organizzazione. A capo appunto, Michele Senese. L’indagine è partita dopo la scarcerazione di alcuni dei principali esponenti del clan. Contestualmente a un periodo di breve libertà di cui ha potuto beneficiare lo stesso Senese, prima dell’arresto per l’omicidio Carlino. In questa fase, i carabinieri hanno monitorato una stagione di bassa attiità per l’organizzazione criminale. Tuttavia, le indagini hanno comunque consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza. Hanno scoperto un vero e proprio cartello di narcotraffico. Il re indiscusso appunto Michele O’ pazz. E dietro il re, una nutrita corte di malviventi in piena attività criminale.
De Gregori e Piscitelli nell’organizzazione criminale
Il cartello, spiegano gli investigatori, ”è una sovraordinata organizzazione di tipo consortile. Un clan in grado di condizionare le dinamiche criminali relative al traffico di sostanze stupefacenti in ampi settori della Capitale. In particolare, di coordinare e controllare autonome organizzazioni tra i quali quello capeggiato da Domenico e Ugo Di Giovanni. Nonché quello diretto da Guido De Gregori (deceduto) e Davide De Gregori”.
Dell’organizzazione che fa capo ai De Gregori, faceva parte anche Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, ucciso in un agguato il 7 agosto a Roma, ed era ”deputato alla commercializzazione della sostanza stupefacente”. E’ quanto è emerso dell’indagine ‘Operazione alba tulipano’, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Roma in cui sono state arrestate 28 persone e grazie alla quale è stato ricostruito il cartello della droga che fa capo a Michele Senese. Le accuse vanno dal traffico di droga, alla detenzione di armi, alle estorsioni e al tentato omicidio, reati aggravati dal metodo mafioso.
In relazione a questo gruppo criminale il gip del Tribunale di Roma, pur riconoscendone l’esistenza, non ha ravvisato esigenze cautelari in virtù di diverse motivazioni tra cui il decesso di uno dei capi dell’organizzazione, Guido De Gregori, e il decesso di uno dei partecipi maggiormente attivi: Fabrizio Piscitelli.