Caos al Grassi di Ostia: solo 30 prelievi al giorno, utenti nel panico

ospedale grassi Ostia
Contenuti dell'articolo

Solo 30 prelievi ematici al giorno per l’ospedale Grassi di Ostia, nosocomio che copre un’utenza di circa 230 mila abitanti, pari alla città di Messina (fonte Ufficio di Statistica di Roma Capitale, anno 2020). Le nuove disposizioni partiranno da lunedì, ma quasi nessuno, nel X Municipio, è informato della novità.

A renderla nota è il portavoce nazionale dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro, venuto a conoscenza della situazione delle nuove disposizioni dell’ospedale del litorale romano relative agli esami di laboratorio attraverso la responsabile per il X Municipio di Roma Paola Torbidoni.

Limite inaccettabile per un ospedale così grande

“Ridurre a soli 30 i prelievi giornalieri è uno schiaffo ai cittadini e un ulteriore incentivo a ricorrere alla sanità privata. Un disservizio che, come spesso accade, colpisce le fasce più fragili della popolazione”, denuncia Carlo Spinelli, segretario provinciale romano e responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento.

Secondo Spinelli, la decisione è destinata a generare disagi enormi: «L’ospedale Grassi di Ostia copre un’utenza di circa 500.000 persone e questa scelta, giustificata dalla necessità di lavori al laboratorio analisi, non tiene minimamente conto delle reali esigenze dei cittadini. Ci saranno conseguenze dirette sui tempi di attesa e un inevitabile sovraccarico per i distretti sanitari e i poliambulatori convenzionati, già al limite».

Un disservizio che favorisce il privato

Il problema, secondo i rappresentanti del movimento, non si limita alla riduzione del servizio, ma si estende alle implicazioni sociali ed economiche. Con un numero così basso di prelievi giornalieri, chi avrà urgenza di fare analisi si troverà costretto a rivolgersi a strutture private, spesso con costi elevati.

«Ancora una volta – continua Spinelli – la cattiva gestione della sanità pubblica va a intaccare uno dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione, il diritto alla salute. I cittadini meritano risposte e, soprattutto, una gestione più efficiente».

Caos al Grassi di Ostia: solo 30 prelievi al giorno, utenti nel panico

Sanità pubblica in crisi e cittadini lasciati in balia di scelte discutibili: è questo il quadro desolante che si profila all’ospedale Grassi di Ostia, dove, da lunedì, i prelievi ematici saranno limitati a soli 30 al giorno. Un numero surreale se si pensa che il X Municipio ha circa 230.000 abitanti, pari alla popolazione di una città come Messina.

La notizia, che sembra essere passata sotto silenzio nel X Municipio, è stata resa pubblica da Antonello De Pierro, portavoce nazionale dell’Italia dei Diritti, grazie alla segnalazione di Paola Torbidoni, responsabile del movimento per il territorio.

Un limite inaccettabile per un ospedale così grande

“Ridurre a soli 30 i prelievi giornalieri è uno schiaffo ai cittadini e un ulteriore incentivo a ricorrere alla sanità privata. Un disservizio che, come spesso accade, colpisce le fasce più fragili della popolazione,” denuncia Carlo Spinelli, segretario provinciale romano e responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento.

Secondo Spinelli, la decisione è destinata a generare disagi enormi: «L’ospedale Grassi copre un’utenza di circa 500.000 persone e questa scelta, giustificata dalla necessità di lavori al laboratorio analisi, non tiene minimamente conto delle reali esigenze dei cittadini. Ci saranno conseguenze dirette sui tempi di attesa e un inevitabile sovraccarico per i distretti sanitari e i poliambulatori convenzionati, già al limite».

Un disservizio che favorisce il privato

Il problema, secondo i rappresentanti del movimento, non si limita alla riduzione del servizio, ma si estende alle implicazioni sociali ed economiche. Con un numero così basso di prelievi giornalieri, chi avrà urgenza di fare analisi si troverà costretto a rivolgersi a strutture private, spesso con costi elevati.

«Ancora una volta – continua Spinelli – la cattiva gestione della sanità pubblica va a intaccare uno dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione, il diritto alla salute. I cittadini meritano risposte e, soprattutto, una gestione più efficiente».

Le possibili conseguenze

Questa situazione non rappresenta solo un disagio immediato per chi ha bisogno di fare analisi, ma potrebbe portare a un effetto domino sul sistema sanitario locale:

  • Sovraffollamento nei poliambulatori convenzionati.
  • Ritardi nelle diagnosi, con conseguenti rischi per la salute.
  • Disuguaglianze crescenti, poiché solo chi può permetterselo potrà rivolgersi al privato.

Sanità pubblica: un diritto in bilico

Il caso del Grassi di Ostia è solo l’ennesimo esempio di una sanità pubblica che fa fatica a rispondere ai bisogni dei cittadini. Dietro ogni numero ridotto, ogni attesa prolungata e ogni paziente costretto a scegliere il privato, c’è una falla che mette in discussione il sistema. La domanda è: quanto siamo disposti a tollerare prima di pretendere un cambiamento?