Capezzone in un tweet, il Papa da Fazio? Mancava ‘Dio’

La presenza di Papa Francesco in trasmissione da Fabio Fazio non poteva lasciare indifferenti. Al di là dei temi affrontati, che sono quelli che in fondo ci aspettavamo. Giustizia sociale, carità, accoglienza, tutela e inclusione dei più fragili e dei migranti. Attenzione e amore per i bambini Rispetto dell’ambiente e della natura. Che significa comunque rispetto del creato. Ma rimane una questione di fondo, ‘La questione’, secondo quanto riporta in un tweet Daniele Capezzone. Che come spesso gli capita, centra il punto in poche righe. “Cosa mancava nel colloquio Fazio Bergoglio? – cinguettava qualche ora fa il noto giornalista e politico italiano. Domande insidiose? Oggettivamente impensabile. Mancava la spiritualità, mancava ‘Dio’. Ve lo deve dire un laico? È surreale che il Papa si occupi di un’agenda politica (ecoimmigrazionista) e ‘dimentichi’ il cuore della questione”. Fin qui Capezzone, e gli spunti polemici non mancano. “I Papi di prima erano santi, io me la cavo, non sono tanto santo” ha affermato Bergoglio. Certamente sincero. Ma i cattolici rischiano di uscirne confusi. Se il Papa è uno di noi, è certamente più popolare e simpatico. E con lui la Chiesa. Ma può ancora essere una guida spirituale per il popolo dei fedeli? Lungi da noi l’arroganza di rispondere. Ma il beneficio del dubbio rimane. E non solo a Capezzone.

Per Papa Francesco certi atteggiamenti pastorali sono vecchi. Ma poi arriviamo ad Achille Lauro

“Il clericalismo è un male della Chiesa. Genera rigidità, e sotto ogni rigidità c’è putredine, sempre. Questo succede oggi nella Chiesa. Il clericalismo porta a posizioni rigide, ideologicamente rigide. E l’ideologia prende il posto del Vangelo. Questo accade su atteggiamenti pastorali che sono vecchi”. Una presa di posizione forte quella di Papa Bergoglio, l’altro giorno da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Si dirà, i tempi cambiano, anche Oltretevere. Ma notiamo sommessamente come questa svolta ‘politicamente corretta’ e apparentemente accattivante sembri in realtà riguardare solo la nostra religione. Perché a quanto è dato sapere, le altre grandi fedi monoteiste ai loro simboli ci tengono eccome. E se qualche giornale o intellettuale si azzarda a scherzarci su, si rischiano sommosse planetarie. Come purtroppo tutti ci ricordiamo benissimo. Anche per fatti terribili che hanno colpito il cuore dell’Europa nel recente passato. Invece a Sanremo, Achille Lauro può sfottere il rito del battesimo. Tanto non succede niente, anzi fa fico. Splendida la presa di posizione dell’Osservatore Romano, che sferzante notava come il primo testo provocatorio e rivoluzionario fosse stato proprio il Vangelo. Ma quella domandina ritorna impertinente. E il dubbio non ci lascia in pace. Siamo davvero sicuri che rendere tutto relativo, perfino i dogmi della fede, ci renda davvero più forti e più liberi? Perché vale sempre il vecchio detto marinaresco. Non c’è buon vento, per il comandante che non sa più dov’è la rotta. E l’Europa e l’Occidente, di difendere le proprie radici giudaico cristiane e le proprie tradizioni hanno un disperato bisogno. Che si creda o meno. Per non perdersi del tutto.