Capone (Ugl): al centro ci sia il rispetto della vita umana, non il profitto

“E’ inaccettabile che in Italia si continui a morire nei luoghi di lavoro. L’ennesima tragedia avvenuta a Trani ci ricorda come la sicurezza sul lavoro sia ancora lontana dall’essere una realtà. Esprimo il cordoglio e la vicinanza dell’Ugl alla famiglia dell’operaio 53enne deceduto, una morte che ci riporta con forza al tema della prevenzione e della tutela della salute sul posto di lavoro. Occorre un’inversione di tendenza, potenziando i controlli e inasprendo le sanzioni verso le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza”.
Invertire la tendenza
Ad affermarlo in una nota congiunta sono Paolo Capone, il segretario generale Ugl e Giuseppe Sanzò, segretario regionale Puglia Ugl in merito alla morte di un operaio avvenuta a causa di un malore, mentre si trovava su una impalcatura sul posto di lavoro a Trani.

Capone: Non si deve più morire per lavorare
Allo stesso tempo, rilevano, “è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, che metta al centro la formazione dei lavoratori e il rispetto della vita umana prima ancora del profitto. Rinnovo il mio appello al Governo e a tutte le Istituzioni interessate ad adottare misure concrete ed efficaci per prevenire simili tragedie. Non si deve più morire per lavorare. Questo deve essere l’imperativo categorico per le istituzioni, gli imprenditori e l’intera società. Non può esserci uno sviluppo e una crescita economica senza tutelare la vita e la dignità dei lavoratori”.