Caporetto del Campidoglio sui tavoli esterni di bar e ristoranti: sei sentenze bocciano la linea-dura di Roma

Roma, sei recenti sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio pubblicate negli ultimi 10 giorni rischiano di mettere in seria difficoltà l’amministrazione capitolina guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Ma anche l’operato del suo assessore delegato alla mobilità Eugenio Patanè. Il tema al centro della questione è l’occupazione di suolo pubblico di bar e ristoranti per l’installazione di tavoli esterni ai locali sulle strade di Roma.
Le sei sentenze che sembrano sei ‘bastonate’ per il Campidoglio
Il Tar del Lazio con sei diverse sentenze ha respinto difatti lo stop al prolungamento delle occupazioni di suolo pubblico iniziate durante l’era del Covid. Prolungamento che era richiesto da altrettante società che gestiscono ristoranti, bar e hotel.

Oltre ai tre casi da noi già segnalati nei giorni scorsi a via del Traforo, via Federico Cesi e via di Porta Castello, sono state pubblicate sempre dal Tar del Lazio altre tre sentenze. Due sentenze relative ad altrettante attività ristorative situate entrambe su via Crescenzio (la M. srl e la P. srl). E, infine, un caso (ossia una ulteriore sentenza) riguarda via dei Volsci nel quartiere di San Lorenzo (società R. srl.s).
Il Comune di Roma, in cinque dei sei casi, ha utilizzato il tema della viabilità principale che sarebbe ostacolata da queste occupazioni per imporre il proprio stop. Stop che ora è stato però annullato dai giudici di primo grado, visto che i giudici non credono al fatto che la viabilità sia davvero ostacolata dai tavoli esterni di bar e ristoranti.
In un caso su sei, ossia a San Lorenzo, il Campidoglio invece avrebbe sottratto illegittimamente a un locale ristorativo l’occupazione di suolo pubblico per i tavoli esterni iniziata sempre durante il Covid, per assegnare lo stesso spazio ad altra attività ristorativa. Anche tale decisione è stata bocciata senza appello dal Tar: il provvedimento del Campidoglio è stato annullato.
Una stretta sconfessata dalla giustizia: è una Caporetto?
A nostro avviso, queste sei sentenze segnano un punto di svolta nel dibattito sull’uso degli spazi pubblici per i tavolini esterni dei locali. Il Campidoglio, nel tentativo di ridurre la presenza di strutture all’aperto, ha motivato i divieti con la necessità di garantire la viabilità e la sicurezza stradale.
Ma le sei sentenze del Tar hanno ribaltato la linea dura adottata dal sindaco Gualtieri e dall’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, e rischiano ora di generare un effetto domino su altre situazioni simili.
Il duro colpo per il Campidoglio
Queste sentenze rischiano di costituire un duro colpo anche per il nuovo regolamento approvato dal Campidoglio il 7 marzo relativo proprio ai tavolini esterni. Un regolamento che punta a disciplinare in maniera più restrittiva l’occupazione del suolo pubblico. Tuttavia, le decisioni della giustizia amministrativa potrebbero ora mettere in discussione l’intera impalcatura normativa, aprendo scenari imprevedibili.
Le possibili conseguenze per il futuro
I ristoratori e gli esercenti potrebbero sentirsi rafforzati nelle loro posizioni e impugnare altre eventuali decisioni restrittive del Comune o, magari, l’intero e nuovo regolamento. Nonostante la sentenza sfavorevole, l’amministrazione capitolina potrebbe decidere, in ogni caso, di ricorrere al Consiglio di Stato per ribaltare le sei decisioni del Tar.
Tuttavia, il messaggio della giustizia amministrativa è chiaro. Le limitazioni del Campidoglio su ristoranti, bar e hotel devono essere basate su motivazioni concrete e dimostrabili, non su argomentazioni generiche. Questa vicenda potrebbe diventare un banco di prova per la gestione degli spazi pubblici a Roma. Specie a due anni esatti dalle prossime elezioni amministrative di Roma fissate per la primavera 2027.