Cappato come la Bonino nel Lazio: Pd verso il disastro
Il Pd di Elly Schlein pare aver deciso la strada del suicidio: la scelta di sostenere la candidatura Cappato a Monza nel collegio che fu di Berlusconi è il colpo di grazia al mondo cattolico che ancora credeva nei dem.
Ma anche a livello territoriale, emerge il racconto della rabbia dei dirigenti locali del Nazareno, che faticano a individuare nell’esponente radicale una candidatura adatta alle elezioni. Gli stessi Cinquestelle non esprimeranno una loro candidatura, né offriranno il simbolo alla coalizione. Semplicemente diranno ai loro elettori di sentirsi liberi di votare Cappato. Il che vuol dire anche no.
Cappato porta il Pd al disastro
Insomma, non bastano gli addii delle ultime settimane a complicare la vita alla Schlein. L’impressione che se ne ricava è che non sia proprio capace nel suo mestiere.
Da fuori – visto che uscì dal partito democratico proprio con l’elezione di Elly – mena duro Beppe Fioroni, già esponente del Partito popolare. “Senza nulla togliere alla stima per una persona che ha sempre dimostrato politicamente una grande coerenza e ha fatto battaglie radicali a viso aperto, la storia di Cappato è distinta e distante dai popolari. Non mi meraviglia, anzi, con il Pd geneticamente modificato della Schlein il sostegno a Cappato è di grande coerenza”.
Per Galliani strada verso la vittoria
Chi non ci sta è proprio il Pd di Monza, che parla di “amarezza”, “perplessità” ed “errore politico” per la decisione di appoggiare Marco Cappato.
“I territori – spiegano i dirigenti di Monza – devono potere esprimere e scegliere i candidati, a maggior ragione nel caso di un collegio uninominale”.
Ma stavolta è stata la Schlein a rispondere con un sonoro “me ne frego”. Eppure i radicali hanno fregato lei e lo stesso Conte. Un po’ come fece la Bonino nel Lazio quando sfidò Renata Polverini. Costrinse i partiti maggiori a candidarla e perse malamente. Lo stesso rischio che correrà Cappato contro Galliani portando il Pd al disastro.