Carcere, la rivolta soffia come il coronavirus: disordini a Rebibbia e Regina Coeli
Carcere, è rivolta. Improvvisa, da nord a sud, è esplosa in tutta Italia. Le situazioni più gravi a Modena e Foggia, ma anche a Roma ci sono stati problemi. In mattinata fumo è stato visto levarsi dai tetti del carcere di Regina Coeli, dove i detenuti avevano dato fuoco a materassi e suppellettili. Poco dopo, poiché la voce gira come un virus, anche a Rebibbia si sono avuti disordini. Alle 13,55 circa diverse squadre dei Vigili del Fuoco sono state viste intervenire all’interno del carcere di Rebibbia a seguito di alcuni focolai nei diversi bracci del penitenziario su richiesta della Polizia Penitenziaria. Presenti sul posto insieme ai carabinieri le squadre di Nomentano, Rustica, Funzionario di Guardia, capo Turno provinciale con l’ausilio di un’autoscala, un’autobotte, il carro teli, il carro autoprotettori e i Carabinieri.
Esplode nel carcere la rabbia dei detenuti
Con il passar delle ore, poi, la situazione sembra rientrata nel carcere di Regina Coeli dove nella tarda mattinata di oggi, sulla falsariga delle proteste scoppiate in diverse carceri italiane, diversi detenuti avevano dato fuoco a materassi e oggetti nelle celle. Invece a via Tiburtina i parenti e gli amici dei detenuti a Rebibbia hanno bloccato la strada consolare romana costringendo la polizia a intervenire. Ci sono stati momenti di altissimea tensione. Per evitare fughe, gli agenti controllano tutti i varchi del carcere.
Il sindacato Mosap: solidarietà ai nostri colleghi
”Esprimiamo profonda e massima solidarietà ai colleghi della Polizia Penitenziaria delle varie carceri in cui da ieri detenuti più facinorosi hanno manifestato con veemente violenza. Condanniamo tali episodi e siamo vicini ai nostri operatori di Polizia intenti a riportare, con mille difficoltà, l’ordine pubblico dentro e fuori le carceri”. E’ il messaggio del Segretario generale del sindacato di Polizia, Mosap, Fabio Conestà. ”Auspichiamo – continua Conestà – che la risposta dello Stato sia ferma in termini di giustizia penale e disciplinare verso coloro che stanno devastando gli istituti penitenziari prendendo a pretesto una emergenza nazionale come il coronavirus per mettere in atto aggressioni e violenze”.