Carceri fuori controllo, detenuto maghrebino aggredisce agente e cava un occhio a un altro detenuto

carcere avellino

“L’estate rovente delle carceri campane, che avevamo preannunciato a inizio stagione, continua a incendiare le strutture detentive, per adulti e minori, della Regione”. Lo denuncia il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece, commentando il “sabato di follia appena trascorso nelle carceri di Avellino, Salerno e Nisida” e preannunciando per martedì una manifestazione di protesta del Sindacato a Napoli, davanti agli uffici del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, che “assiste passivamente all’implosione del sistema carcerario regionale, a tutto discapito dell’ordine e della sicurezza interna”.

Detenuti italiani tentano di linciare il maghrebino

Il fatto più grave, nella casa circondariale di Avellino, lo racconta Tiziana Guacci, segretario regionale Sappe: “Nel primo pomeriggio di ieri, un detenuto maghrebino armato di un coltello di circa 30 centimetri ha tentato di aggredire un Agente di Polizia Penitenziaria, preposto all’infermeria. Un altro detenuto, un italiano ristretto nell’infermeria, si è intromesso per difendere il collega e gli è stato cavato un occhio. Sul posto, tempestivamente intervenuto in soccorso un altro poliziotto che ha cercato di disarmare il maghrebino togliendogli il coltello. Subito dopo, lo stesso poliziotto ha salvato il maghrebino da circa 50 detenuti italiani che erano accorsi per aggredirlo.

Un’altra aggressione nel carcere di Salerno

Così non si può più lavorare – commenta la sindacalista che aggiunge un altro episodio avvenuto nella Casa circondariale di Salerno: “Tre colleghi del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, mentre portavano un detenuto straniero, con problemi psichiatrici, a una visita, da lui aggrediti: uno dei tre con una testata al volto, con gonfiore allo zigomo, e gli altri due presi a calci. Oramai non se ne può più: qui si rischia la vita tutti i giorni”. All’interno dell’Istituto penale per minorenni di Nisida poi trovati e sequestrati quattro apparecchi cellulari. “Le indagini scattate ieri mattina nel corso dei colloqui con i familiari, consentendo agli Agenti in servizio di individuare un tentativo di introduzione di ben tre cellulari da parte di un familiare di un detenuto, poi sequestrati.