Meraviglioso Calenda, una legge per i social. Lui…
Carlo Calenda che predica sull’uso corretto dei social è meraviglioso. Ci prende in giro e spiega che lo fa per noi, per i nostri figli, per le nostre famiglie. Roba da non crederci, si resta stralunati.
Propone una legge per inibire sostanzialmente l’accesso ai nostri pargoli, con un meccanismo complesso che vale per i tredici anni e un altro per i quindicenni. Il sospetto è che punti ben oltre, ma sono diritti di libertà.
Dove punta Calenda con i social
La pubblicità a buon mercato Calenda la sa cercare ma la deve rendere credibile. Perché i danni provocati dal web non hanno età. E la sensazione è che l’ideuzza di “tutelare” i bambini serva poi per imbavagliare tutti.
Ma quel che fa sorridere è che sia proprio Calenda a proporre regole social. Per primo dovrebbe provare con se stesso a darsi una regolata ad esempio con l’utilizzo smodato di Twitter. Tanto per vedere l’effetto che fa. Per ora sappiamo che lui lo usa a raffica e non è esattamente un esempio di moderazione per i nostri figli col telefonino in mano o il Pc.
E poi, volesse il Cielo, dedicarsi a tutte quelle tante attività che un elettore si aspetta da un politico del suo livello.
Finora Calenda ha dimostrato di saper usare ì social per sfasciare partiti e alleanze, oltre che insolentire l’universo mondo e dintorni.
È ora di dedicarsi ad un progetto politico che abbia una propria vita – magari di non brevissima durata – e far comprendere agli italiani che vuol fare da grande. Quello che ha combinato prima con Enrico Letta e poi con Matteo Renzi non ha eguali nel resto del mondo.
Certo, si possono anche presentare proposte di legge di vario genere e che non si negano a nessuno. Ma la politica – credo – dovrebbe essere altro se si vuole essere leader di qualcosa.