Casino di Salvini e le croci sulle montagne non si toccano più
Un giorno la retromarcia su Mosca, il giorno dopo le croci sulle montagne. Le giornate sono terribilmente di 24 ore ma le notizie cominciano e finiscono subito. Per non farci mancare nulla, anche dalle nostre parti c’è chi si era industriato a deliziarci con l’ennesima vergogna.
C’era qualcuno che si era messo in testa, all’interno del Cai, il club alpino italiano, di togliere ogni traccia di Crocifisso dalle vette delle nostre belle montagne.
Retromarcia per le croci sulle montagne
Di buon mattino il casino contro questa incredibile trovata lo ha scatenato su facebook Matteo Salvini. Così: “Rispetto le idee di tutti, amo la montagna e penso che il CAI faccia un lavoro enorme per tutelarla e valorizzarla.
Penso però che la proposta di “vietare” il Crocifisso in montagna perché “divisivo e anacronistico” sia una sciocchezza, senza cuore e senza senso, che nega la nostra Storia, la nostra cultura, il nostro passato e il nostro futuro”.
E giù un fiorire di commenti, tutti – tranne pochi stupidini – nella linea del capitano leghista. A seguire una serie di proteste parlamentari, anche di Fratelli d’Italia e poi del ministro Santanché, sotto il cui ministero ricade la vigilanza del Cai, e anche lei fermamente contraria all’improvvida pretesa.
Salvini scatena il casino e si devono fermare
Ebbene, hanno dovuto fare retromarcia – in una specie di copione scritto ancora in Russia – e il Club alpino è stato costretto a prendere le distanze dall’iniziativa. Attribuita al suo direttore editoriale Marco Albino Ferrari, sparata durante la presentazione di un libro.
A dire che è una fantasia, è stato il presidente Antonio Montani, che per la verità ci ha messo un po’ prima di spifferare come stavano le cose.
Alimentando per 24 ore la sensazione di vivere in un paese di pazzi senza alcun senso della realtà e del rispetto delle nostre migliori tradizioni.
I Crocifissi restano al loro posto, anche in montagna. E anche basta con queste provocazioni.