Catturati a tempo di record i quattro terroristi islamici. Sarebbero tagiki, pagati da un “predicatore”

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Sale a 43 morti il bilancio dell’attentato terroristico di ieri sera alla sala concerti Crocus alla periferia di Mosca. Lo rende noto su Telegram Margarita Simonyan, capo redattore del canale televisivo Rt, citata da Ria Novosti.

Putin annuncia l’arresto dei terroristi islamici

Intanto Vladimir Putin annuncia l’arresto dei 4 terroristi islamici dell’attacco al Crocus City Hall di Mosca, i media russi diffondono le immagini di 3 uomini, pare tagiki, con la confessione di uno di loro. Il gruppo è stato fermato nella regione di Bryansk. Secondo Putin, il commando avrebbe provato a raggiungere l’Ucraina attraverso una “finestra” al confine. Su Telegram, vengono diffuse le immagini degli interrogatori di almeno 2 degli uomini arrestati. Uno, in particolare, risponde alle domande delle forze speciali parlando in russo in maniera incerta. Spicca il suo volto insanguinato, la testa è bendata. Come emerge da altri video, all’uomo sarebbe stato tagliato un pezzo di orecchio. Il presunto terrorista fornisce il nome e dichiara di avere 30 anni.

I tagiki sottoposti a interrogatorio

L’agente gli chiede dove abbiano gettato le armi usate nell’attacco: “Non conosco la città, chiedete ai miei amici, loro sanno”. Il video dell’interrogatorio di uno presunti attentatori di Mosca è stato diffuso dalla propagandista russa Margarita Symonian. L’uomo dice di essere arrivato in Russia dalla Turchia il 4 marzo e di aver compiuto l’attacco per denaro. Estratti del video sono stati pubblicati anche dai canali Baza e Shot legati alle forze dell’ordine.

I terroristi pagati da un non meglio identificato “predicatore”

L’uomo si identifica con un nome che suona come Fariddun Shamsutdin, nato il 17 settembre 1998. Racconta di essere stato ingaggiato via Telegram da un non meglio identificato “assistente del predicatore”. L’uomo, buttato a terra nel fango e tenuto per i capelli da un agente delle forze russe, dice che gli era stato promesso mezzo milione di rubli e di aver fatto tutto per denaro. Gli sono state fornite armi e gli è stato indicato il luogo dell’attentato. Nella registrazione, afferma Meduza, l’uomo parla tagiko.

Ancora molte le cose da chiarire

L’agenzia Ria Novosti evidenzia che i presunti attentatori parlano russo “in maniera molto precaria” e uno, in particolare, si esprime in tagiko con l’aiuto di un interprete. Secondo l’agenzia, “non emerge un quadro coerente dagli interrogatori. Non è totalmente chiaro cosa abbia collegato queste persone, cosa li abbia spinti ad agire e a organizzare uno degli attacchi terroristici più sanguinosi nella storia della Russia”.