Centinaia di italiani nell’esercito di Israele. Timori di attentati dei terroristi islamici
”Svariate centinaia” gli italiani, ”soldati riservisti o di leva”, che stanno combattendo contro Hamas in Israele. Lo riferiscono fonti ben informate ad Adnkronos, che, a condizione di anonimato, spiegano che c’è ”un avvertimento interno nella comunità ebraica italiana in Israele” per ”non far intervistare figli o parenti” che combattono contro Hamas. Ciò ”per evitare ripercussioni sulle famiglie in Italia” dopo la diffusione di un servizio di al-Jazeera che denuncia la partecipazione di militari con cittadinanza italiana nella guerra di Israele contro Hamas. Il rischio segnalato dalla comunità è che ”i musulmani in Italia vadano a cercare le famiglie” dei soldati italo-israeliani che – come i tanti israeliani di doppia nazionalità in tutto il mondo – stanno combattendo in Israele.
Attenzione alle rappresaglie dei terroristi
Alla comunità ebraica è stato chiesto di ”avvertire le famiglie” in Italia del pericolo di rappresaglie. L’allarme segue la trasmissione di al-Jazeera che si chiede: ”Perché ci sono italiani che combattono nell’esercito israeliano?”. Nel video, tradotto dall’Adnkronos, si citano alcuni servizi televisivi in onda sulle reti italiane nei giorni scorsi. In particolare si riporta un servizio del Tg5 sulla ”presenza degli italiani nell’Idf” e, con scritte in sovrimpressione in arabo, si citano ”media italiani secondo cui sono migliaia gli italiani con doppia cittadinanza che sono in Israele per unirsi al suo esercito, che sta conducendo una guerra a Gaza”. Sempre citando ”il servizio del Tg5”, l’emittente scrive in arabo di ”tre paracadutisti italiani convocati dall’esercito israeliano per prestare il servizio di riserva, oltre ad altri militari che non hanno la cittadinanza israeliana”.
Molti ”vanno a combattere i palestinesi per la loro appartenenza etnica o religiosa”
L’emittente di Doha afferma inoltre che tra i molti soldati che stanno combattendo in questi giorni contro Hamas, alcuni ”non hanno alcun legame con Israele, non sono nati lì e non hanno parenti nella Palestina occupata” e ”vanno a combattere i palestinesi per la loro appartenenza etnica o religiosa”. Al-Jazeera sottolinea poi che ”l’esercito israeliano può reclutare ebrei da tutto il mondo purché abbiano un nonno ebreo e che prestino servizio per un periodo dai 18 ai 24 mesi senza la necessità di ottenere la cittadinanza ebraica”. Viene citato il francese ”Eli Gansia”, 22 anni, di cui si pubblica una foto con la madre, ricordando che è stato ucciso nella battaglia con i miliziani delle Brigate di al-Qassam, braccio armato di Hamas, nel Kibbutz Be’eri lo scorso 7 ottobre.
Ma qualche italiano critica i concittadini andati in guerra
Ma non tutti gli italiani sono dalla parte di Israele e contro Hamas, ci tiene a precisare al-Jazeera. Nel servizio, l’emittente del Qatar ha infatti citato anche i commenti di due cittadini italiani che, sulla piattaforma X, criticano i loro concittadini entrati in guerra. Uno di loro, in particolare, ricorda che l’Italia ripudia la guerra e poi si chiede: “Cosa ci fa lì questo idiota? Tutte queste persone dovrebbero essere accusate di crimini di guerra e lasciare immediatamente l’Italia”. I commenti accompagnati dalle foto di militari in primo piano. La piattaforma X ha rimosso il profilo di uno dei due utenti citati da al-Jazeera, spiegando che l”’account è sospeso” e precisando che ”X sospende gli account che violano le Regole di X”.
Appello ai Paesi arabi per entrare in guerra con Hamas
Il servizio di al-Jazeera si conclude con il rilancio un’intervista diffusa sul terzo canale della Rai all’esponente di Hamas ed ex ministro della Sanità del governo di Gaza, Bassem Saeed, che accusa l’Italia di essere ”complice dell’aggressione contro Israele e di aver scelto la parte sbagliata della storia sostenendo Israele”. Infuocati i commenti sulla rete X al servizio trasmesso da al-Jazeera. Pur senza minacce dirette all’Italia, alcuni utenti chiedono nei tweet la partecipazione degli arabi nella guerra tra le file di Hamas. E questo in risposta alla partecipazione degli occidentali a fianco di Israele. Perché quella che è in atto, scrivono, è una guerra ”crociata-sionista”.