Chi è Joana, la ragazza del video scandalo su TikTok davanti al Duomo (video)

Joana

Lei si chiama Joana, ha 19 anni e la sua intervista scandalo davanti al Duomo di Milano è diventata rapidamente virale.
Per chi non l’avesse ancora vista, l’intervistatore le pone una serie di domande semplici, pensando di trovarsi a una passante qualunque: Joana risponde invece ammassando una serie di oscenità per promuovere la sua attività porno. “Sono ninfomane, porto su Onlyfans contenuti in coppia con ragazze, ragazzi. Sto cercando un ragazzo con cui fare un contenuto e registrare. Mi piace quando mi dicono insulti…”

Il video scandalo

Proprio Onlyfans è diventata una piattaforma che ormai è diventata la pesca delle occasioni per modelle e aspiranti tali in cerca di soldi facili.
Joana è diventata presto il simbolo della deriva della nostra società, scatenando commenti indignati, sconsolati. Non per puro moralismo, ma per la semplice constatazione di una deriva che appare a molti quasi irreversibile.

Joana ha oltre 78mila follower su Instagram e quasi 92mila su TikTok. I video sono tutti allusivi al sesso, in ogni forma. Proprio il Social cinese è nel mirino delle autorità Usa, Canada ed Europa per la gestione dei dati, che finiscono tutti a Pechino. Ma c’è un altro aspetto sottovalutato: TikTok in Cina mette in evidenza per i giovani cinesi contenuti “valoriali”, grazie agli algoritmi: storie edificanti, modelli di virtù, di produttività e di eccellenza. Al contrario, gli algoritmi per gli occidentali, sono incentrati sul sesso, sulla comicità, sui contenuti bizzarri. Una maniera diabolica per indirizzare i nostri giovani verso il nulla assoluto e i giovani cinesi verso i valori.

Emblematico, in questi giorni, un altro caso: quello di Samantha, una “modella” di 19 anni, che è stata allontanata da un liceo privato della sua città, perché anche lei come la “collega” Joana, postava contenuti vietati ai minori su Onlyfans. La ragazza si è lamentata su giornali ed emittenti radiofoniche, tra le quali La Zanzara e in tv alle Iene, per denunciare il fatto di essere “discriminata”. Soffre, poverina, perché non le fanno unire l’utile al dilettevole. Di questo passo, alla fine, la scuola le dovrà anche chiedere scusa, magari dandole una cattedra ad honorem: sulla materia c’è solo l’imbarazzo della scelta.