Chiocciole e lumache, perché escono dopo la pioggia? Le specie più diffuse e le peculiarità raccontate da Andrea Bonifazi

Lumache e chiocciole raccontate da Andrea Bonifazi

Dopo una pioggia spesso ci imbattiamo su marciapiedi ed aree verdi in tantissime chiocciole e lumache, perché accade ciò? Dalla riproduzione di una specie ad un’altra che si sente più a suo agio… in compagnia dell’essere umano! Un viaggio alla scoperta delle chiocciole e delle lumache attraverso il racconto di Andrea Bonifazi.

Lumache e chiocciole dopo la pioggia

Dopo un rovescio di pioggia o un temporale è molto facile imbattersi sui marciapiedi e nelle aree verdi in tantissime lumache e chiocciole. L’umidità è il loro ambiente prediletto ed essendosi adattati ad una vita fuori dall’acqua cercano in ogni modo di “ritornarci”. Le chiocciole a differenza delle lumache hanno un guscio proprio. Le specie che si possono incontrare sono numerosissime. A Roma tra le specie di chiocciole più diffuse sono Eobania vermiculata, Cornu aspersum e Cantareus apertus. Non manca neanche Marmorana muralis che predilige di più le mura edificate dagli umani anziché un ambiente prettamente naturale.

Marmorana muralis

“Ebbene sì, esiste una chiocciola che “odia” la Natura. Dove c’è un’accentuata urbanizzazione, solitamente le specie selvatiche diminuiscono drasticamente. Non è semplice convivere in pace stando in stretto contatto con Homo sapiens. Esiste tuttavia una specie più particolare ed enigmatica che vi sfido a trovare in Natura: il gasteropode terrestre Marmorana muralis. Si tratta di una specie endemica della nostra Penisola, introdotta anche in isolati areali del sud della Francia, con una distribuzione estremamente disomogenea: è abbondante nelle grandi isole (in Sardegna è stata introdotta in tempi storici dai Romani), ma la sua scarsa mobilità e le pressoché nulle interazioni con altre popolazioni vicine hanno fatto sì che la morfologia della conchiglia sia differente da zona a zona, in alcuni casi addirittura all’interno della stessa città! Il suo habitat ideale non è rappresentato da alberi o grotte, ma dalle mura di grandi città come Firenze e Roma (non di rado la si trova nel Colosseo), ma è frequente in altri ambienti urbani parzialmente abbandonati, come vecchie pareti in mattoni o tufo, tipici di molti borghi medievali delle nostre campagne, in ambiente particolarmente secco e assolato, ma fresco”, descrive Andrea Bonifazi.

L’accoppiamento delle lumache, l’esempio di Limax Maximus

“L’accoppiamento di Limax maximus è tra quelli più particolari ed affascinanti in natura. Questo grosso gasteropode terrestre, essenzialmente una chiocciola senza conchiglia esterna, ha evoluto una strategia riproduttiva straordinaria, al confine tra il fiabesco e… il ripugnante! Bisogna specificare che si tratta di ermafroditi incompleti, quindi sono dotati di organi genitali sia maschili che femminili, ma sono necessari due esemplari per potersi riprodurre. Inizia tutto con un bel po’ di muco. Dopo che le lumache sono salite su una superficie elevata come un ramo, un muretto o un davanzale, iniziano a produrre il loro sottile, ma compatto filo di muco grazie al quale si calano lentamente come se fossero due viscidi e appiccicosi Spider-Man, rimanendo sospesi a mezz’aria. È in questa situazione così apparentemente scomoda e instabile che inizia la magia: l’accoppiamento vero e proprio, che può durare ore, consiste nel far uscire dalle rispettive gonopore i loro organi riproduttivi, tipicamente di un bellissimo colore azzurro, che si avvolgono vorticosamente su loro stessi. Questa strategia riproduttiva permette agli animali di non poggiare sul terreno i loro delicati organi estroflessi, rendendoli un pasto facile per un’infinità di predatori. Dopo circa trenta giorni verranno deposte le numerose uova che si schiuderanno dopo un mese. Siamo cresciuti con gli “elefanti che si dondolavano sopra il filo di una ragnatela”, ma son decisamente più affascinanti delle lumache che si dondolano sotto un filo di muco!”, conclude Andrea Bonifazi