Chiudono i Disney store di Roma. I dipendenti pronti a scendere in piazza sabato prossimo
I Disney store di Roma chiudono i battenti. Una brutta notizia per tanti piccoli appassionati del celebre marchio. Ma anche per gli adulti, che in questi negozi ritrovavano la emozioni e i personaggi della loro infanzia. Soprattutto però una mazzata tremenda per i dipendenti. Che improvvisamente rischiano di ritrovarsi senza lavoro e senza prospettive occupazionali. La decisione presa dalla holding statunitense è scaturita certamente dai lunghi mesi del lockdown. Che hanno praticamente azzerato il flusso di turisti nella Capitale. A chiudere non sarà solamente il punto vendita di via del Corso, frequentato nel recente passato soprattutto da stranieri. Ma anche gli store nei centri commerciali a Porte di Roma e Roma Est.
Ma è proprio davanti alle vetrine del centro storico che protesteranno i dipendenti dei Disney Store di Roma: 51 in tutto i lavoratori coinvolti dalla dismissione. Il sit-in in un pomeriggio di shopping, quando i romani e i pochi turisti che cominciano a ripopolare la città attraversano il Tridente. I sindacati si preparano per la mobilitazione già questo sabato, il 29 maggio. Si attende solo l’autorizzazione della Questura. Nella stessa giornata lo sciopero di 4 ore a livello territoriale, poi altre 4 per tutti i negozi d’Italia. Sono 233 i dipendenti del Disney Store gelati dall’inaspettata notizia della chiusura dei punti vendita italiani.
le date dello sciopero dei dipendenti Disney
“I lavoratori di Disney Store Italia non si arrendono alla dismissione dei negozi. E chiedono soluzioni volte a preservare i livelli occupazionali. Una situazione certamente non facile, tenuto conto della dismissione dell’intero perimetro di vendita a fronte di un investimento aziendale orientato tutto sul canale e-commerce” -. Così hanno dichiarato Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs a margine dell’Assemblea unitaria che ha stabilito sciopero e mobilitazione. Ora i sindacati attendono la ricezione della procedura di licenziamento collettivo paventata dalla direzione societaria. Che oltre a chiarire i dettagli della presenza in Italia, aprirà la fase di confronto sindacale prevista dalla normativa italiana. “Tenteremo di percorrere la strada della cessione delle licenze, di definire un accordo sull’incentivo all’esodo volontario e di attivare percorsi di politiche attive volte alla ricollocazione dei lavoratori. Una sfida epocale – ammettono le organizzazioni sindacali -. Perché la crisi pandemica continuerà a produrre effetti nefasti per lungo tempo”.
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