Ciclabile sulla Prenestina, sei chilometri tra luci e ombre

La ciclabile realizzata sul primo tratto di via Prenestina continua a fare discutere. E a dividere l’opinione pubblica. Si tratta di sei chilometri esatti, da Largo Preneste fino all’incrocio con la Palmiro Togliatti. In entrambi i sensi di marcia. Un progetto che si inquadra del GRAB, il raccordo anulare della ciclabilita’. E che a differenza di altri esperimenti, come ad esempio in prossimità di S. Giovanni, almeno non toglie posti alle auto in sosta. Perché gli stalli sono rimasti, e anzi fanno da ‘barriera’ a protezione dei ciclisti. Questo almeno nelle intenzioni del progetto, curato da Roma servizi per la mobilità. Ma in pratica i problemi non mancano. A cominciare proprio dalla vicinanza dei veicoli parcheggiati con la sede ciclabile. Appena 50 centimetri, che rendono pericolosa ad esempio l’apertura di uno sportello. Ma anche i tantissimi attraversamenti pedonali a raso fanno discutere. Mentre spesso la visuale agli incroci è impedita dalle vetture regolarmente parcheggiate. Insomma, la ciclabile è appena nata ma già si chiedono modifiche. Perché così percorrerla può essere rischioso. E l’ultima parte verso Porta Maggiore, realizzata direttamente sul marciapiede, è troppo stretta.

La ciclabile realizzata con un tratto di vernice

La polemica riguarda sempre il modo in cui la pista ciclabile è stata realizzata. Senza delle barriere che la difendano dal traffico, e con i parcheggi a raso delle auto. Scelta quest’ultima, adottata per non togliere gli stalli per la sosta agli automobilisti residenti in zona. Ma che potenzialmente potrebbe rivelarsi assai pericolosa. Ugualmente, le strisce pedonali di attraversamento e gli incroci non sono protetti. Così dalle stesse associazioni dei bikers arrivano le prime proposte. Come quella di investire in segnali acustici o luminosi. Che avvisino gli altri utenti della strada dell’arrivo della bici o del monopattino elettrico. E di evitare il più possibile le intersezioni promiscue, quelle cioè non protette se non dalla segnaletica orizzontale. O se vogliamo, dalla solita spennellata di vernice. È bene ricordarlo, il Piano della coclabilita’ prevedeva oltre 100 chilometri di corsie riservate, e non si è arrivati neppure a 20. Ma se andiamo a verificare quanti di questi siano in sede propria, i numeri sono ancora più bassi. Ecco perché anche da questo l’unto di vista, alla nuova amministrazione viene chiesto un immediato cambio di passo.