Clamoroso stop del Tribunale alla ciclabile Roma-Fiumicino: “Il Campidoglio calpesta l’azienda agricola, ma ‘dimentica’ l’esproprio”

Sullo sfondo, il tracciato della ciclabile Roma-Fiumicino, foto comune di Roma, in primo piano il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè

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Clamoroso stop del Tribunale Amministrativo del Lazio alla ciclabile Roma-Fiumicino: “Il Campidoglio calpesta l’azienda agricola, ma senza aver eseguito l’esproprio“. Lo stop alla realizzazione di un tratto importante della ciclovia RomaFiumicino, che lambisce Ostia e il X Municipio capitolino, arriva direttamente dai giudici.

Stop del Tribunale alla ciclabile Roma-Fiumicino

Il Tar del Lazio ha accolto quest’oggi difatti il ricorso presentato da un gruppo di proprietari terrieri, titolari di una importante azienda agricola in zona Settecamini – Ponte Galeria, che sono riusciti a bloccare la costruzione della Ciclovia Tirrenica, in particolare nel tratto Mezzocammino-Fiumicino.

Il progetto, finanziato con oltre 6 milioni di euro di fondi PNRR, prevede il passaggio della pista ciclabile anche attraverso terreni agricoli privati, incidendo direttamente sull’attività produttiva svolta dai ricorrenti. Ma i terreni privati coinvolti, però, avrebbero dovuto essere prima espropriati, cosa che il Campidoglio non ha fatto.

Il Comune di Roma, quindi, dovrà risarcire l’azienda per il disturbo, pagandogli anche 3mila euro di ‘danni‘. Infine, dovrà modificare il tracciato del percorso della ciclabile, nei limite del possibile. Visto che quella lunga parte del tracciato è stata letteralmente ‘cancellata‘ dal Tribunale, insieme alla delibera con cui il Campidoglio ha approvato l’intero progetto.

La ciclabile Roma-Fiumicino taglia in due l’azienda agricola

Nello specifico, secondo quanto ricostruito dai giudici, il tracciato approvato dal Comune di Roma attraversa porzioni di terreno chiaramente identificate come proprietà privata nei registri catastali. Tuttavia, l’Amministrazione comunale non ha avviato alcuna procedura di espropriazione, ritenendo non necessario acquisire formalmente le aree.

Il Campidoglio non ha mai espropriato i terreni tra Roma e Fiumicino

Tale omissione ha rappresentato uno degli aspetti centrali del ricorso: la mancata comunicazione dell’avvio del procedimento ai legittimi proprietari ha violato la normativa in materia di espropriazione per pubblica utilità. Il Tar ha dunque ravvisato una lesione evidente del diritto di proprietà e un difetto di istruttoria nell’intero iter progettuale.

Roma confonde fischi per fiaschi?

Uno degli argomenti principali sollevati da Roma in difesa della propria scelta progettuale riguarda la collocazione del tracciato lungo l’argine del Tevere e del Rio Galeria. Secondo l’Amministrazione, tale ubicazione escluderebbe la necessità di esproprio, trattandosi di aree demaniali.

Tuttavia, il Tar ha respinto questa tesi: nei documenti presentati in giudizio, non è emersa alcuna prova certa dell’effettiva demanialità delle aree coinvolte. Anzi, l’Agenzia del Demanio, pur avendo effettuato verifiche ipocatastali, ha demandato alla Regione Lazio ulteriori accertamenti che, stando agli atti, non risultano mai eseguiti. In assenza di evidenze giuridiche sulla natura pubblica dei terreni, il Tribunale ha stabilito che i proprietari dovevano essere coinvolti nel procedimento.

Un errore amministrativo ‘fatale’

La sentenza ha messo in luce anche alcune incongruenze procedurali: durante la pubblicazione ufficiale del progetto esecutivo, il Comune di Roma aveva erroneamente diffuso una versione non aggiornata degli elaborati progettuali. Sebbene tale errore sia stato successivamente corretto, questo passaggio ha aggravato l’incertezza procedimentale, contribuendo alla decisione del Tar di accogliere il ricorso. Anche l’impugnazione della delibera correttiva è stata considerata legittima, poiché i ricorrenti non avevano mai ricevuto comunicazione formale degli atti, venendo così esclusi da ogni possibilità di partecipazione.

Violazioni procedurali

Il Tribunale ha ritenuto fondate le accuse di violazione di legge, mancanza di motivazione e carenza istruttoria. L’Amministrazione, pur consapevole dell’esistenza di proprietà private lungo il percorso della ciclovia, ha proseguito nell’approvazione e nella pianificazione del progetto senza assicurare le garanzie previste per i cittadini coinvolti.

Il mancato coinvolgimento dei proprietari nella Conferenza dei Servizi, la mancata notifica degli atti e l’assenza di verifiche formali sulla titolarità delle aree costituiscono, secondo il Tar, elementi sufficienti a decretare l’illegittimità del procedimento amministrativo.

L’impatto sul futuro della ciclovia

La sentenza segna un colpo significativo per uno dei progetti simbolo della mobilità sostenibile della Capitale. Il tratto Roma-Fiumicino, parte integrante della Ciclovia Tirrenica, rappresentava una connessione strategica tra città e mare, inserita nella più ampia rete di itinerari finanziati dal PNRR. Tuttavia, la mancata tutela dei diritti dei privati rischia ora di rallentare o compromettere definitivamente la realizzazione dell’opera? Presto lo sapremo!