Clan Gambacurta: 40 condanne e 370 anni di carcere per i boss di Primavalle
Una quarantina di condanne per un totale di circa 370 anni di carcere sono state emesse ieri dal Tribunale di Roma al processo contro il clan Gambacurta e i suoi affiliati attivi nel quartiere di Montespaccato nel zona nord della Capitale. Le accuse sono a vario titolo quelle di usura, estorsioni, riciclaggio, spaccio e traffico di droga, aggravate dal metodo mafioso.
In particolare, Franco Gambacurta, detto zio Franco, ritenuto il capo, è stato condannato a 30 anni, come chiesto dal pm Francesco Cascini mentre Massimiliano e Roberto Gambacurta sono stati condannati rispettivamente a 18 anni e a 13 anni e 9 mesi. Sei anni di carcere a Salvatore Nicitra. Al processo si erano costituiti parti civili tra gli altri il Campidoglio e la Regione Lazio.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo e coordinate dalla Dda, portarono a oltre 70 arresti tra il 2018 e il 2019.
L’attività investigativa in questione ha disarticolato un’associazione per delinquere finalizzata ad una serie indeterminata di delitti, aggravati dalle modalità mafiose, in particolare usura, esercizio abusivo del credito, estorsioni, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, intestazione fittizia di beni immobili, rapporti creditizi, attività economiche ed imprenditoriali e di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Clan Gambacurta: un vasto patrimonio criminale
Il sodalizio, facente capo ai fratelli Gambacurta, avvalendosi della forza intimidatrice, aveva assunto il controllo dei quartieri di Montespaccato e Primavalle, nella zona Nord della Capitale, dove aveva imposto la propria supremazia, commettendo numerosi delitti che, a volte, non venivano denunciati dalle vittime per il timore di rappresaglie.
Lo sviluppo della vicenda, insieme alle risultanze documentate nel corso delle indagini patrimoniali, hanno fornito un’ulteriore conferma della pericolosità sociale dei soggetti legati al sodalizio criminale in questione. Il provvedimento di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Dda, ha ad oggetto il patrimonio illecitamente accumulato dai Gambacurta e a questi riconducibile.
A settembre dello scorso anno, tra i beni oggetto di confisca figuravano 21 immobili, 7 aziende, 2 quote societarie, 49 veicoli, 5 conti correnti e beni di lusso, per un valore complessivo stimato in 6 milioni di euro