Clandestini, come mai il 90 per cento dei flussi vuole venire proprio in Italia?
“L’immigrazione irregolare ha rappresentato, anche nel corso del 2023, una sfida per l’Europa e per l’Italia, cui è corrisposto un accresciuto impegno delle istituzioni nazionali e internazionali nella prevenzione delle partenze, nell’attività di ricerca e soccorso in mare e nell’accoglienza dei migranti. Il Vecchio Continente, già gravato dal perdurare del conflitto russo-ucraino, che ha dato origine a oltre 6,3 milioni di rifugiati, ha visto evolversi i fattori di spinta dei flussi migratori a seguito delle conseguenze derivanti da conflitti armati in Africa e Medio Oriente”. E’ quanto si sottolinea nella “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza”, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e relativa all’anno 2023.
Il 90 per cento dei clandestini diretto in Italia
“Tra questi vanno evidenziati la guerra scoppiata in Sudan ad aprile, che ha generato primariamente flussi interregionali, e la ripresa del conflitto tra Israele e Hamas a ottobre che, sebbene non abbia determinato un esodo verso i Paesi limitrofi, rappresenta un elemento di destabilizzazione per l’area. Nel Continente africano, da cui origina circa il 90% dei flussi diretti in Italia, in particolare nel Sahel, nell’Africa occidentale e in alcuni Paesi dell’Asia meridionale, fattori molteplici e ricorrenti – come il deterioramento del quadro securitario, i conflitti armati, le sfavorevoli congiunture politico-economiche e umanitarie, l’espansione demografica – sono alla base del movimento migratorio che coinvolge, principalmente in chiave intra regionale, milioni di persone”.
I rimedi proposti dall’intelligence
“Una parte di questo flusso si dirige verso il Continente europeo, come dimostrato dalla preponderanza di cittadini africani tra le prime nazionalità dichiarate dai migranti irregolari al momento dello sbarco/ transito in Italia – conclude -. Quello migratorio è un fenomeno globale, necessariamente da affrontare e gestire attraverso la cooperazione internazionale, cui contribuisce nel suo perimetro di competenza anche l’Intelligence, in particolare per gli Stati di frontiera come l’Italia. Due ne sono le direttrici fondamentali: favorire l’azione di contrasto (disincentivare i flussi illegali, aumentare i rimpatri degli irregolari, perseguire le bande criminali) e arginare le cause scatenanti dei flussi (attraverso politiche concrete di aiuto ai Paesi di origine)”.