Clic day, cronaca di un flop annunciato. E il sito va in tilt come accadde all’INPS
Cronaca di un ‘flop’ annunciato per il clic day che si è svolto nella giornata di ieri. Dedicato a tutti quelli che avevano acquistato un monopattino, una bici elettrica o un wawe board dopo il 4 maggio, e che chiedevano il rimborso previsto dal decreto ‘Rilancio’ e confermato nel successivo ‘Semplificazioni’. In teoria un fiume di denaro, o come avrebbe detto i premier Conte, una potenza di fuoco. Oltre 200 milioni di euro, ovviamente non per tutti. Ma per chi rientrasse in determinati parametri, consultabili sul sito. E comunque, per accedere alla piattaforma digitale bisognava essere in possesso di Spid 2, rilasciato dalle Poste. Forse qualcosa si è inceppato proprio su questo passaggio, se è vero quello che riportano i bene informati. E cioè che ci sia stata una telefonata di fuoco, tra il Ministro del’Ambiente Costa e i vertici di Poste italiane. Perché quasi subito si è bloccato tutto, proprio come accadde per i rimborsi di 600 euro a carico dell’INPS. E la stessa procedura per mettersi in coda è apparsa subito cervellotica. Infatti, una volta avuta la fortuna di collegarsi e di immettere le credenziali, si veniva messi in una ‘sala di attesa’ virtuale. Per circa mezz’ora, in teoria. Poi una volta arrivato il sospirato ingresso, un totalizzatore indicava le persone in fila davanti a noi. Qualche centinaio di migliaio per intenderci. Con un’avvertenza. Arrivato il nostro turno, avremmo dovuto completare tutta la procedura in 20 minuti. Altrimenti come in un perfido gioco dell’oca, saremmo stati costretti a rifare tutto daccapo. Follia.
Il clic day per i rimborsi bici e monopattini si è aperto ieri alle nove. E dopo 12 ore erano stati erogati 2 milioni sugli oltre 200 disponibili
Prima delle nove di mattina di ieri, era impossibile collegarsi al sito del Ministero dell’Ambiente. Per partecipare alla ‘lotteria’ del tanto sospirato clic day. E sperare di avere il rimborso promesso. Quando con questo miraggio si è provveduto all’acquisto della nostra bici elettrica o del monopattino. Ma sì, quello con cui la Raggi vorrebbe cambiare la mobilità a Roma. Link non disponibile, e cominciava così la faticosa giornata. Di centinaia di migliaia di cittadini speranzosi. E disposti comunque a combattere per avere i soldi promessi. Una volta messo in funzione il sito e inserite le credenziali, ecco il secondo messaggio. Entro le nove e trenta (al netto delle verifiche) verrete immessi in sala attesa. Una sorta di numeretto virtuale quindi. Peccato che con oltre 800 mila domande pendenti, il rischio di trovarsi in una posizione di retrovia sia stato altissimo. Ma niente paura, almeno per le casse dello Stato. Infatti un altro messaggio ci avvisava, l’erogazione dei contributi avverrà fino all’esaurimento della disponibilità delle risorse. Comunque, chi è riuscito ad accedere è ovviamente rimasto speranzoso sula piattaforma. Ma a quel punto, in tarda mattinata si è inceppato il meccanismo con le Poste. E per lunghe ore è stato impossibile immettere lo Spid per completare la richiesta.
https://www.adhocnews.it/e-pure-il-click-day-e-un-fallimento/
Solo 20 minuti per completare la domanda dopo ore di attesa. Ma serve lo Spid, e il sito di Poste va in tilt
Peggio che in un film di Fantozzi. Perché chi ieri ha tentato di partecipare al clic day tanto reclamizzato dal governo e dalla sindaca Raggi, ha vissuto un’odissea. E la grandissima parte dei cittadini hanno mollato dopo ore di attesa. Uscendo da questa vicenda sconfitti e delusi. Con ancora meno fiducia nello Stato, nel governo e nella Pubblica amministrazione. Ma peggio di tutti è andata a chi comunque è riuscito ad entrare nel sito. E ha aspettato paziente per ore. Per arrivare al proprio turno. Pronto per compilare tutto ed inviare nei 20 minuti massimi previsti. Peccato però, che per molti sia stato impossibile completare l’operazione. Perché serviva lo Spid, e il sito di Poste è andato molto presto in tilt. Insomma, delle risorse disponibili sarebbero state erogate circa l’uno per cento. Ovviamente si tenterà una replica, ma la prima figuraccia colossale ormai è stata servita.