Col reddito di cittadinanza Gratta e vinci, sigarette, numeri al Lotto. Ma non doveva servire per generi primari?

Certo, questa storia del reddito di cittadinanza va risolta. E’ chiaro che uno Stato evoluto deve aiutare chi non ce la fa, ma solo chi non può lavorare. E poi tutte le truffe, che anche se sono poche come dicono sinistra e grillini, tuttavia sinora sono già centinaia di milioni di euro. Primo, che avrebbero potuto essere utilizati per qualcosa di più utile, e secondo, che non rivedremo mai più, perché valli un po’ a recuperare dagli immigrati che magari abitano anche all’estero, come è capitato. Per questo i controlli vanno fatti a monte, prima di concedere il reddito di cittadinanza solo in base ad autocertificazioni, che poi risultano false. Sarebbe opportuno che chi certifica chi ha il diritto a percepire il reddito in seguito ne risponda in solido se si tratta di una truffa. Speriamo nel nuovo governo scelto dagli italiani.
Alcuni tabaccai cominciano a rifiutarsi
Un contributo a risolvere questa spinosa e scivolosa questione può arrivarci da quello che sta succedendo a Ladispoli, comune alle porte di Roma. La preoccupante vicenda è raccontata dal quotidiano romano “Il Messaggero”, poi ripresa da altri giornali. “Hanno il reddito di cittadinanza e si presentano qui per prendere le sigarette e i Gratta e vinci”. In molte occasioni i clienti percettori del bonus, a Ladispoli, hanno provato a utilizzare la loro prepagata per soddisfare i vizi del gioco e del fumo, anziché acquistare generi di prima necessità, come nello spirito – e forse anche nella lettera – del provvedimento. Ora, riferisce sempre il quotidiano romano, i titolari di una tabaccheria di Ladispoli, , Giacomo Esposito e Gloria Ibisco, marito e moglie, si sono rifiutati di accontentarli. Addirittura una signora pretendeva di giocare i numeri al Lotto.

I percettori del reddito di cittadinanza dovrebbero utilizzarlo per altro
Racconta “Il Messaggero”: “Ricordo che ha chiesto anche un pacco di sigarette racconta Giacomo e che ha ammesso di voler pagare con la carta del reddito sostenendo che il fumo è un vizio che deve essere esaudito così come il gioco. In quel caso ci siamo opposti ovviamente. Per privacy non possiamo sapere se chi si presenta alla cassa abbia il reddito oppure no, né naturalmente possiamo chiedere i documenti. Però nei casi più evidenti è giusto che la nostra categoria si opponga. Non siamo contrari al provvedimento, sia chiaro, perché davvero molte famiglie ne hanno bisogno. Però chi è beneficiario di questo sussidio statale dovrebbe utilizzarlo per altro”. Parole sacrosante. E la donna, scocciata, di fronte anche ad altre persone in fila, ha risposto che sarebbe andata in un’altra tabaccheria.
Richieste di questo tipo sarebbero moltissime
A sentire gli altri proprietari di analoghe attività sarebbe un continuo di queste richieste. “Sì, è vero ammette un altro tabaccaio in centro, a volte ci accorgiamo che sono cittadini del reddito e in alcuni casi il timore di non accontentarli c’è perché dei tipi sembrano poco raccomandabili. Non possiamo chiedere i documenti e soprattutto a cosa sia legata quel tipo di carta prepagata”. Episodi segnalati anche nelle tabaccherie della vicina Cerveteri. “Condivido in pieno il concetto che il reddito debba servire solo alle famiglie bisognose, sostiene Rocco Murgante, ma sono convinto che spesso accade anche da noi che diversi cittadini giochino i numeri o prendano i Gratta e vinci con i soldi dello Stato. Però non possiamo fare i controllori”.
I casi di Cerveteri e Ladispoli
A Cerveteri e Ladispoli sono oltre 600 i beneficiari da oltre due anni. E nessuno ha mai contraccambiato con lavori socialmente utili, come imporrebbe la normativa. Una decina sarebbero dovuti essere arruolati, ad esempio, per svolgere mansioni relative alla assistenza agli anziani solo che il progetto non è mai decollato.